La strategia del pallone
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La strategia del pallone

ECONOMIA, MANAGEMENT E VISIONE POLITICA: IL CALCIO PER LA CINA E' UN AFFARE CHE NON HA CONFINI. E CHE VUOL DIRE ANCHE TURISMO E PIU' CONSUMI

di Dino Ruta, assistant professor SDA Bocconi e responsabile Sport Knowledge Center

Il passaggio di proprietà in mani cinesi delle due squadre di calcio milanesi, Inter e Milan, ha suscitato molte reazioni sia sotto il profilo sportivo che quello economico. Può sembrare un caso, ma non lo è. Anzi è un chiaro disegno strategico di natura politica che la Cina sta sviluppando nel calcio in quanto è lo sport più popolare al mondo.
Il governo cinese ha dichiarato di voler creare un’industria sportiva di 813 miliardi di dollari entro il 2025, attraverso l’investimento all’estero in club e società di servizi specializzate, attraverso il trasferimento in Cina di giocatori campioni (come Tevez e Lavezzi) e allenatori di successo (come Lippi) per la crescita del campionato di calcio nazionale (Chinese Super League), e in ultimo attraverso lo sviluppo del mercato cinese tra tifosi e aziende. Il piano economico cinese, in modo lungimirante, non punta solo al professionismo, ma intende investire sulla dimensione amatoriale prevedendo di dotare il paese di un campo di calcio ogni 10.000 cinesi entro il 2030. Ogni cinese sarà portato a giocare di più a calcio, a vedere più calcio e quindi a consumare di più.
La volontà politica trova immediata disponibilità nei grandi imprenditori cinesi che stanno acquistando all’estero quote di minoranza o di maggioranza di club importanti, nei campionati inglesi, francesi, italiani e spagnoli.

Mentre la regola tedesca che obbliga la proprietà dei club ai tifosi per il 50 + 1per cento, previene per il momento l’effetto Cina nella Bundesliga. Alcuni esempi di rilievo internazionale sono: aprile 2015, Dalian Wanda Group acquista il 20 per cento dell’Atletico Madrid (Spagna) e sostiene lo sviluppo del club che a settembre giocherà la prima partita nel nuovo stadio denominato Wanda Metropolitano; agosto 2016, IDG Capital Partners acquista il 20 per cento dell’Olympique Lyonnais (Francia); maggio 2016, Recon Group acquista l’Aston Villa (UK); giugno 2016, il gigante Suning acquisisce la maggioranza dell’Inter, mentre a luglio 2016 il Milan viene ceduto a un consorzio cinese che completerà il deal a marzo del 2017.
La strategia cinese, tuttavia, non si limita solo ai club. Nel febbraio 2015 Dalian Wanda Group annuncia l’acquisizione di Infront Sports & Media per 1,2 miliardi di dollari, la principale società di gestione di diritti media sportivi al mondo. E altre società, compresa Suning Sports, acquisiscono i diritti media di importanti campionati ed eventi televisivi per distribuirli in Cina a un potenziale mercato di tifosi dai numeri impressionanti.
Il calcio rappresenta un modo per dimostrare il soft power cinese, migliorare le voci del turismo e i legami d’affari per aziende cinesi che vogliono conquistare l’occidente. Chi diventa proprietario di un club europeo entra immediatamente nella rete internazionale delle persone che contano. In questo scenario però vi è un nodo da sciogliere: la sfida manageriale. Soprattutto per le acquisizioni di club, è giusto chiedersi se questi investimenti avranno una pura natura finanziaria oppure se vi è anche il desiderio di un coinvolgimento operativo. È una sfida che in Europa è stata avviata dalla Qatar Sports Investments con l’acquisto del Psg (Parigi) e dallo Sceicco Mansour di Abu Dhabi con il Manchester City, con risultati sportivi inferiori alle aspettative se si considerano i denari investiti.

Fare calcio non è impossibile, ma non è neanche così semplice e non è chiaramente solo una questione di soldi. La riflessione ci conduce quindi al modello organizzativo che le proprietà cinesi vorranno adottare per i loro investimenti. In tutte le industrie ad alto tasso di intangibilità (e lo sport è una di queste) il trasferimento di know-how non è codificato e avviene prevalentemente tramite contatto personale. Occorre quindi pazienza e team internazionali altamente coesi che nel tempo renderanno i cinesi esperti vincenti di calcio. Quando la Cina organizzerà e vincerà la Coppa del mondo di calcio con un allenatore cinese allora potremo dire che questo percorso avrà raggiunto i propri frutti e che lo sport, come spesso accade, sarà stato fautore di un percorso unico nel suo genere di integrazione culturale ed economica. La Cina nel calcio poteva sembrare un discorso sportivo, in realtà è un tema manageriale ed economico come spesso ormai è consuetudine quando si parla di sport internazionale.
 
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