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Un caldo regressivo

, di Roberto Roson e Martina Sartori - rispettivamente research fellow e junior research fellow di Iefe Bocconi
Il cambiamento climatico e' un Robin Hood al contrario, che ruba ai poveri per dare ai ricchi

Solo di recente il dibattito sul cambiamento climatico ha posto all'attenzione i suoi effetti sulla distribuzione del reddito nel mondo. Tali effetti emergono anche da un nostro lavoro che ha raccolto informazioni sugli impatti economici del climate change e ha analizzato come modifichino la struttura economica e il commercio internazionale. Gli impatti studiati sono sei: erosione costiera e perdita di terreni produttivi per l'innalzamento del livello del mare, impatto dell'aumento della temperatura sulla produzione agricola e quelli sulla produttività del lavoro, sulla salute umana, sui flussi turistici e sui consumi di energia.

Per il 54% dei paesi l'effetto più importante sarà quello sulla variazione dei flussi turistici (e della domanda di beni e servizi generata), sia che risulti negativo (un calo dei flussi turistici) che positivo. Sugli altri due gradini del podio si collocano la variazione della produttività del lavoro, effetto dominante per il 25% dei paesi, e la variazione della produttività agricola (12%).

Lo studio contiene anche una approssimazione dell'effetto complessivo sul reddito nazionale, in assenza di politiche di mitigazione e in corrispondenza di un aumento della temperatura media di tre gradi. Per un gran numero di paesi poveri o in via di sviluppo, l'impatto stimato in termini di perdita di pil è elevato. Si tratta in genere di paesi centroafricani, come Togo (-18,29%), Nigeria (-13,93%), Benin (-13,63%), di paesi del sud-est asiatico, come Cambogia (-18,25%), Laos (-13.57%), Malesia (-10,21%), e di alcuni paesi centro-americani, quali Nicaragua (-12,13%), Giamaica (-11,38%) e Honduras (-9,16%). Non tutti i paesi soffriranno delle conseguenze negative del cambiamento climatico. Un discreto numero di paesi otterrà anche dei vantaggi, legati all'aumento dei flussi turistici, ma anche alla riduzione delle patologie legate alle basse temperature e al risparmio sulla bolletta energetica. Si tratta per lo più di paesi sviluppati collocati alle latitudini più elevate, come Canada (1,27%) e Russia (1,39%) ed altri paesi dell'Est e del Nord Europa (Estonia 2,19%, Austria 1,95%, Danimarca 1,82%, Svezia 1,72%). L'effetto sul reddito italiano è trascurabile (-0,18%), con la riduzione della produttività agricola quale impatto trainante (-0,13%).

Il cambiamento climatico non genererà effetti negativi per tutti. Esiste una relazione negativa tra diminuzione del reddito indotta dal cambiamento climatico e grado di sviluppo economico. Gli effetti sono simili tra paesi con caratteristiche geografiche, climatiche e socio-economiche paragonabili. In generale, chi perde perde molto e chi guadagna guadagna poco. Quello che dunque sembra prospettarsi è che il cambiamento climatico agirà come una enorme tassa regressiva sull'economia mondiale, attuando una redistribuzione del reddito dai paesi poveri verso quelli più sviluppati. Un Robin Hood al contrario, che ruba ai poveri per dare, poco, ai ricchi.