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Le piccole imprese tengono botta

, di Federico Visconti e Francesca Rizzi - responsabile del Knowledge Center Small e Medium Enterprises della SDA e borsista presso il Dipartimento di management
I dati dell'Osservatorio pmi evidenziano un'elevata mortalita' negli anni della crisi ma numeri confortanti in termini di crescita e di redditivita' per chi e' sopravvissuto

Rappresentano il 6% delle aziende del Paese, producono il 39% del pil e impiegano 2,3 milioni di addetti. Sono le 46.868 pmi italiane con fatturato compreso tra i 5 e i 50 milioni di euro. I dati, che emergono dal monitoraggio dell'Osservatorio piccole e medie imprese (Opmi), promosso dal Knowledge Center Small & Medium Enterprises della SDA Bocconi, le mostrano come una realtà importante, che ha risposto in modo differenziato alla crisi economica, resistendo, trasformando la difficile congiuntura in una opportunità di crescita, ma anche perdendo colpi.

L'evoluzione della popolazione di riferimento ben lo documenta. Dall'inizio della crisi ad oggi hanno smesso di operare 8.841 imprese (erano 55.709), mandando in fumo 120 miliardi di euro di fatturato e immolando quattrocentomila posti di lavoro. Una parte delle imprese ha cessato la propria attività, un'altra parte è stata incorporata in nuove realtà nell'ambito di processi di riorganizzazione o di crescita esterna. La questione di fondo però non cambia. Gli spazi economici per le pmi si sono progressivamente ridotti, stare sul mercato è diventato più difficile, la selezione darwiniana morde e avanza.Le aziende attive sono localizzate prevalentemente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; esprimono una continuità operativa almeno decennale (tre su quattro sono attive da almeno dieci anni); sono più diffuse le imprese con fatturato compreso tra 5 e 10 milioni di euro (54% della popolazione) e quelle dotate di una struttura proprietaria concentrata (60%).Sul piano della crescita e della redditività, il trend dell'universo osservato è stato positivo: fatti 100 i ricavi del 2007, si arriva a 126 nel 2012. Anche la redditività non sembra essere troppo penalizzata dalla crisi: il roi medio del periodo 2007-12 è pari al 7,6%. Per quanto i numeri vadano presi con le pinze, verrebbe da pensare che, pur in mezzo a mille difficoltà, la piccola impresa non molla, tiene botta a livello di crescita operativa e porta a casa una discreta redditività.A livello di indebitamento, invece, le pmi presentano un leverage abbastanza alto: nel 2012, per ogni euro di capitale proprio, 2,4 euro vengono erogati da terzi in forma di capitale di debito. Gli oneri finanziari, traendo beneficio dalla caduta dei tassi d'interesse, iniziano a scendere dal 2009 e incidono sui ricavi di vendita del 2012 per l'1,5%. Sul piano finanziario, l'universo delle pmi sembra dunque galleggiare. L'immagine è quella del pattinaggio sul ghiaccio, con una domanda che sorge spontanea: cosa succederebbe se i tassi di interesse aumentassero?
Le evidenze dell'Opmi inducono a sollevare due questioni.La prima si pone a livello di sistema Paese. Dietro le performance delle imprese si percepisce un tema di presenza internazionale, con la conferma che il mercato interno è in recessione e che ad oggi la leva per lavorare è la crescita sui mercati esteri. Emergono altresì stimoli di riflessione sulle scelte di investimento: la sensazione è che le pmi stiano proteggendo l'equilibrio finanziario congelando gli investimenti e, quindi, minando la competitività prospettica.La seconda questione è relativa al buon management. I dati dell'Osservatorio consentono di enucleare un gruppo di aziende di successo che hanno usato la leva finanziaria, hanno investito, sono cresciute, hanno guadagnato. Non solo, ma configurano anche un raggruppamento di aziende patrimonialmente solide che, nel vortice della crisi, hanno preferito stare alla finestra, attendendo lo sviluppo degli eventi. Da loro, forse, era lecito attendersi qualcosa di più. Dai dati, in ogni caso, un forte incoraggiamento ad aggiornare il capitolo sulle condizioni istituzionali, strategiche e organizzative per il successo delle piccole imprese.