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Supply chain management e made in Italy

, di Susanna Della Vedova
Dall'analisi 9 casi aziendali, Secchi, nel suo libro per Egea, dimostra come l'adozione di prassi e logiche di collaborazione con attori a monte e a valle delle SCM aumenta la competitività delle stesse aziende
Raffaele Secchi
Supply chain management e made in Italy
Egea 2012, 312 pagg., 33 euro

In un contesto economico segnato da grande incertezza e in uno scenario internazionale sempre più competitivo, diventa estremamente importante rafforzare il primato delle produzioni del Made in Italy. Se brand e qualità dei prodotti rischiano di non essere più sufficienti a garantire competitività, occorre far leva anche sull'innovazione dei processi di business.

Raffaele Secchi in Supply chain management e made in Italy (Egea 2012, 312 pagg., 33 euro), documenta – attraverso l'analisi di nove casi aziendali (Barilla, Granarolo, Lavazza, B&B Italia, Elica, Poltrona Frau Group, Loro Piana, Luxottica, Piquadro), espressione dell'eccellenza italiana – il contributo dei processi di supply chain management alla competitività delle aziende e identifica le aree di innovazione nei processi di SCM in grado di sostenere il differenziale competitivo basato sui tradizionali elementi di riconoscibilità e qualità.

Come emerge in modo univoco dai casi esaminati, l'adozione di prassi di integrazione dei processi e lo sviluppo di logiche di collaborazione con gli attori a monte e a valle della supply chain consente di consolidare in misura significativa la competitività aziendale. Lo sviluppo di relazioni inter-organizzative – finalizzato alla ricerca non solo di razionalizzazioni operative di breve termine, ma anche di soluzioni innovative per favorire la riorganizzazione delle modalità di gestione dei processi – permette di conseguire miglioramenti sensibili sul fronte delle prestazioni sia di carattere economico-finanziario, sia di natura operativa.

Brand e qualità del prodotto sono il punto di forza del Made in Italy, ma per difendere la competitività nei mercati internazionali non è più possibile trascurare una terza leva: l'organizzazione dei processi di supply chain management: modelli di eccellenza anche oltre i confini dei settori food, design e fashion.

Raffaele Secchi svolge attività di ricerca e docenza presso il Dipartimento di Management dell'università Bocconi di Milano, dove insegna Gestione dell'innovazione, della tecnologia e delle operations, e supply chain management. È inoltre docente senior della Operations & technology Management Unit di SDA Bocconi School of management. È faculty member del Master Food and beverage e del programma executive di SDA Bocconi. Le sue principali aree di interesse e ricerca riguardano il Lean management nelle imprese manifatturiere e nei servizi, e il supply chain management, con particolare riferimento alle prassi di collaborazione e alle soluzioni ICT.

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