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Paradisi e paradossi fiscali

, di Tomaso Eridani
Entrati nel ciclone della crisi, Giuseppe Marino racconta e spiega il mondo variopinto dei paradisi fiscali e gli scenari futuri, miscelando competenze in diritto tributario con ironia e leggerezza

Giuseppe Marino
Paradisi e paradossi fiscali.

Il rovescio del diritto tributario internazionale
Egea, 2009
159 pagine, 18 euro

I paradisi fiscali ispirano sentimenti contrastanti. Negativi se associati al riciclaggio e alla frode mentre affascinano se visti attraverso la bellezza dei luoghi e i tesori e segreti che custodiscono. I paesi più industrializzati e gli organismi internazionali stessi li hanno a volte contrastati e a volte tollerati.

Ma dopo una crescita irrefrenabile, con un'espansione irreversibile dell'economia globale a cui non si è affiancata una globalizzazione del diritto tributario, la crisi finanziaria ha ora rimesso in discussione il mondo variopinto dei paradisi fiscali e Giuseppe Marino, direttore del Master in Diritto tributario dell'impresa alla Bocconi e docente di Diritto tributario all'Università di Milano, in 'Paradisi e paradossi fiscali. Il rovescio del diritto tributario internazionale' (Egea, 2009, 159 pagine, 18 euro), ha colto l'occasione per fare il punto sui paradisi nel mondo e gli ultimissimi sviluppi in termini di legislazione, in una guida contornata con un pizzico di ironia e leggerezza. "Il desiderio," spiega Marino, "è di impostare il lavoro come una sorta di caccia al tesoro, dove le competenze tecniche in diritto tributario si fondono con la fantasia del romanzo". Il libro parte proprio con una guida attraverso le vicende storiche e recenti dei paradisi più rappresentativi, inclusi l'oasi nel deserto di Dubai, il caldo caraibico delle Bahamas e Singapore, la Svizzera asiatica. Segue un'accurata analisi della fisionomia camaleontica dei paradisi, da quelli fiscali a quelli bancari, da quelli societari a quelli penali. Si prosegue con una descrizione delle misure di contrasto messe in atto nel diritto tributario internazionale e da parte degli organismi internazionali mentre un'altra parte si concentra sul rapporto tra l'Italia e i paradisi fiscali negli ultimi 20 anni. Analizzando la situazione, la crisi finanziaria ha ora offerto agli stati, dato che il finanziamento per lo sviluppo non può che venire dal prelievo fiscale, l'occasione per riaffermare i loro poteri sovrani e nulla sembra più come prima dopo che nel marzo scorso la Svizzera ha deciso di assicurare una collaborazione fiscale amministrativa alla comunità internazionale e ha aperto negoziati con diversi stati. Ma, conclude Marino, una vera svolta non è certa e esistono ancora molte zone d'ombra e il rischio che "si profili un orizzonte gattopardesco in cui tutto cambia per non cambiare". "La verità," sostiene Marino, "è che i paradisi fiscali non sono altro che lo specchio dei tempi in cui viviamo e la morale è che in diritto tributario internazionale il confine tra il rispetto dei nobili principi, prima fra tutti l'uguaglianza di fronte alla capacità contributiva, e le inarrestabili esigenze di denaro pubblico tamponate con gli scudi fiscali, è una sottile linea a geometrie variabile."