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1919 Piazza, mobilitazioni, potere

, di Susanna Della Vedova
Storie di uomini e donne coinvolti in un rapido processo di alfabetizzazione politica. Attori solitamente invisibili sulla scena della grande storia che rendono tanto interessante lo studio di quel periodo. Ma chi sono realmente? a rivelarlo e' Roberto Bianchi nel suo nuovo libro

Il 1919 è un anno da sempre molto discusso e ancora poco capito. Un anno pieno di speranze e tragedie; il primo di un Grande Dopoguerra che si sarebbe rivelato tanto grande e brutale quanto grande e totale era stata la Grande Guerra.

La pace, insomma, non colmò le trincee interne scavate negli anni precedenti. Mentre a destra si amalgamava quella miscela di anticonformismo, sciovinismo nazionalista, sovversione e militarismo maschilista che dalla spedizione dannunziana a Fiume si sarebbe riversata nel fascismo, nel 1919 a irrompere sulla scena pubblica furono soprattutto masse popolari desiderose di un cambiamento, di strappare conquiste tangibili e con un forte bisogno di affermare identità e ruoli pubblici.

Protagoniste di quei sommovimenti tumultuosi furono folle di uomini e donne coinvolti in un rapido processo di alfabetizzazione politica che la guerra aveva contribuito ad accelerare. "Sono proprio questi attori" afferma Roberto Bianchi in 1919 piazza, mobilitazioni, potere (Egea 2019; 180 pagg.; 17 euro), "solitamente invisibili sulla scena della grande storia, che rendono tanto interessante lo studio di quel periodo.

Roberto Bianchi insegna Storia contemporanea all'Università di Firenze. Ha pubblicato numerosi studi sui movimenti sociali e politici. È membro della direzione di Passato e presente.

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