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Il bello del mondo Dal battito locale al respiro globale

IL LIBRO DI FRANCESCO MORACE CHE SOSTIENE CHE SOLO ABBRACCIANDO IL MONDO LO SI PUO' RISOLLEVARE, COGLIENDONE IL BELLO

Viviamo in anni in cui si torna a parlare di antiche contrapposizioni: il popolo e le élite, il potere dall’alto e le risposte dal basso, il globalismo e il sovranismo. La riflessione sulla globalizzazione (culturale e commerciale) richiede, però, nuovi strumenti concettuali e strategici. Nella distinzione tra locale e globale è necessario approfondire la differenza tra luogo e spazio, rilevanza e risonanza, estrazione del valore e trasformazione del talento; e accettare l’idea che locale e globale non si contrappongono ma costituiscono i due capi della stessa matassa. Per sbrogliarla, Morace ragiona sulle due dimensioni vitali dell’organismo, che metaforicamente alimentano anche il mercato: battito del cuore e ampiezza del respiro, circolazione locale e respirazione globale.

Il battito del cuore è localizzato nel nostro petto, e bisogna tenerne conto, ma il respiro e la visione possono amplificarlo, seguendo il principio espansivo della vita. “Il bello del mondo(Egea, 168 pagg., 19 euro), di Francesco Morace, si dipana allora tra la necessità del battito - che è sempre locale ed è conditio sine qua non per la nostra sopravvivenza nel mondo -, e la sfida del respiro, che deve invece alimentarsi aprendosi all’esterno ed è dimensione altrettanto necessaria per abbracciare quello stesso mondo, per sentirsi parte di un unico grande progetto di vita che può essere perfezionato, armonizzato, regolato, alla ricerca di una condivisione globale.

Non si può dunque ragionare in termini di visioni e comportamenti dall’alto o dal basso, ma tutto può e deve arrivare lì nel mezzo, che è anche il bello del mondo: nel punto di incontro tra passione e ragione, ma anche tra diverse culture e tradizioni; tra cuore, cervello e polmoni, ma anche tra diverse generazioni e classi sociali; tra donne e uomini di buona volontà e in buona fede, che possano incontrarsi lì nel mezzo, al fine di respirare insieme. Continua Morace: “Il genius loci (il talento del luogo) è il battito del cuore, il motore primo della dinamica vitale in atto: quella che, accanto al carattere degli individui, comprende anche il carattere dei luoghi, che viene poi rilanciato a livello globale diventando una potente leva di trasformazione del valore, partendo dal battito per poi trasformarsi in respiro. Conoscere e valorizzare il proprio genius loci permette di essere più attrattivi, più credibili, più distintivi.

I fenomeni di globalizzazione, invece di appiattire e distruggere il genius loci delle culture, delle aziende e dei prodotti, ne permettono una rapida circolazione e un rafforzamento incrociato, rendendolo universale attraverso la trasformazione del valore”.
 
Francesco Morace, sociologo e saggista, lavora da oltre trent’anni nell’ambito della ricerca sociale e di mercato. Fondatore e presidente di Future Concept Lab, è consulente di aziende e istituzioni italiane e internazionali. Tra i più affermati esperti di tendenze, è stato docente di Social Innovation al Politecnico di Milano e di Culture & Lifestyle all’Università di Trento. Dal 2015 organizza e dirige il Festival della Crescita, appuntamento itinerante che vede ogni anno protagonisti cittadini e istituzioni, imprese e creativi, studenti e professionisti. Collabora regolarmente con la trasmissione Essere e Avere di Radio24 e con le testate Affari & Finanza di La Repubblica, Mark Up e Millionaire.

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di Gabriella Grillo

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