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L'illusione del cambiamento

, di Gabriella Grillo
Una riflessione sul tema del cambiamento, per spronare il lettore a non adagiarsi sulle scelte dettate dalle retoriche egemoni, tenendo alti i livelli di pensiero critico. Questo nel nuovo libro di Alessandro Aleotti

Come spiega sapientemente Piero Bassetti nella sua prefazione al testo, con L'illusione del cambiamento (Bocconi Editore, 152 pagg., 16 euro) Alessandro Aleotti ci esorta a capire che il futuro non sarà tale da potersi aprire con chiavi vecchie. La verità è che se c'è da innovare, allora bisogna farlo sul serio e usare chiavi non solo nuove ma soprattutto diverse: coerentemente, in questo breve saggio, non esita a farlo".

Aleotti propone dunque chiavi di lettura inedite per affrontare i temi del "discorso pubblico, cioè di quella serie di questioni che definiscono la condizione politica, economica, sociale e culturale del Paese" - scrive lui stesso -, e lo fa con un libro che "intende guardare alle criticità della condizione italiana (nella terza parte), alla luce delle trasformazioni storiche (nella seconda parte), derivanti da ben precise e decisive rotture nei paradigmi concettuali attraverso cui si analizzano i temi dell'agenda politica (nella prima parte)".

Il tutto partendo da un titolo "volutamente provocatorio", per evidenziare come il termine "cambiamento" sia oggi utilizzato con estrema superficialità, dimenticando che, nel discorso pubblico, esso appartiene alla complessità dei processi sociali e non alla semplicità del variare dei gusti, delle mode o delle opinioni personali. Aleotti ci invita a riflettere sul cambiamento per non ridurlo all'illusione di una banale propaganda: se il cambiamento è la costante del nostro panorama esistenziale, l'idea che esso ci sollevi dalla responsabilità di comprenderlo e interpretarlo resta, infatti, una chimerica illusione.

L'intento dell'autore è rafforzare nel lettore un punto di vista disincantato che non deleghi le scelte che competono alla sua capacità cognitiva e spirituale: "Naturalmente, entro certi limiti, è comprensibile cedere a comportamenti adattivi, ma tenere alti i livelli di pensiero critico rimane il principale «dovere civico» della condizione esistenziale contemporanea".
Aleotti non manca, infine, di prendere in considerazione - proponendo alcune "tracce" di lavoro- i temi che egemonizzano l'agenda politica: finanza pubblica, lavoro, immigrazione, che rappresentano l'asse portante del discorso pubblico veicolato dal sistema mediatico.

Alessandro Aleotti, 55 anni, bocconiano. Pensatore e realizzatore eclettico, ha fondato e diretto un quotidiano d'opinione, la terza squadra di calcio di Milano, un centro di ricerca sulle trasformazioni urbane e progetti imprenditoriali nell'ITC e nell'editoria. Nel 2014 le sue tavole di "scrittura visiva" sono state esposte al Museo della Permanente. Vive e lavora a Milano.

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