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Futuro+Umano

, di Gabriella Grillo
Il libro di Francesco Morace che riflette sulla necessita' della ridefinizione delle mappe del nostro pensare e del nostro agire, facendo leva sui dati come carburante per una nuova intelligenza, meno orientata a desideri immediati e impegnata invece nella costruzione di un mondo migliore

"Quando la tecnologia incontra l'empatia e la responsabilità tutta umana della scelta, produce umanità alla terza potenza".

È da qui che prende il via l'analisi di Francesco Morace. L'autore, in Futuro+Umano (Egea 2018; 216 pagg.; 24 euro), parte dalla consapevolezza che l'intelligenza artificiale nel medio-lungo termine contribuirà a far emergere e maturare la vera potenza dell'umano, che da sempre si muove tra capriccio e genialità.

Saremo noi, però, a dover decidere in quali termini e in quale direzione. Quello che l'autore si auspica è che, dovendosi misurare con il machine learning e l'apprendimento automatico, l'umano sarà costretto, suo malgrado, a comprendere lo straordinario mistero della propria unicità, arrivando finalmente a individuare il segreto poetico della propria grandezza: l'affettività come nocciolo duro della propria esistenza, della propria soggettività.

Solo così, con i suoi valori quali bellezza, bontà e amore, l'umano sarà in grado di prevalere sull'intelligenza artificiale. La bussola che quest'ultima pretende di fornire è solo funzionale, computazionale, ma sempre priva di quel significato che solo noi possiamo dare alle cose. Le macchine non sperano e questo rimarrà il nostro vantaggio incommensurabile: il valore aggiunto dell'umano è la tensione utopica verso un futuro che si desidera.

Gli uomini e le donne sono macchine desideranti. Il nostro futuro dipenderà dalla qualità dei nostri desideri e da un'intatta capacità di sperare. La scommessa risiede nella capacità dell'umano di attivare la sua intelligenza più profonda nutrendosi in modo sensato dei nuovi dati che avrà a disposizione e che non costituiscono un mondo alternativo, ma piuttosto il carburante per nuove forme di intelligenza, meno orientata a desideri immediati (che diventano capricci) e impegnata invece nella costruzione strategica di un mondo migliore.

Si tratterà di arginare i rischi e i vizi che si intravedono in una società orientata al cinismo, all'indifferenza e al narcisismo di ritorno: il rischio non risiede nelle macchine, ma nella capricciosa stupidità tutta umana, che potrebbe segnare irrimediabilmente il nostro tempo.

Per affrontare questa sfida e vincere la scommessa, dunque, bisognerà trasformare il capriccio in curiosità, la passività in passione, il caos in cura.

A queste trasformazioni parallele sono dedicate le prime due parti del libro. La terza parte è invece dedicata alle soluzioni impreviste, incardinate su quelle qualità umane, tutte a portata di mano, che spesso non percepiamo come un valore e che invece ci rendono così profondamente umani: lo sguardo, il sorriso, il tocco, la carezza, l'esitazione...

Francesco Morace, sociologo e saggista, lavora da oltre trent'anni nell'ambito della ricerca sociale e di mercato. Fondatore e presidente di Future Concept Lab, è consulente di aziende e istituzioni italiane e internazionali. Tra i più affermati esperti di tendenze, è docente di Social Innovation al Politecnico di Milano e di Culture & Lifestyle all'Università di Trento. Dal 2015 organizza e dirige il Festival della Crescita, appuntamento itinerante che vede ogni anno protagonisti cittadini e istituzioni, imprese e creativi, studenti e professionisti. Collabora regolarmente con la trasmissione Essere.

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