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Che casino!

, di Silvia Introzzi
In un mondo che ha un assetto ordinato, essere disordinati puo' avere aspetti benefici. Un'esplorazione dei veri vantaggi che il caos puo' portare nelle nostre vite nel libro per Egea di Tim Harford

Spesso ci arrendiamo alla tentazione di affrontare le cose in modo ordinato, quando invece otterremmo risultati migliori se accettassimo un po' di caos.

Il concerto di Colonia di Keith Jarrett nel 1975 è passato alla storia perché, in mancanza di un pianoforte perfetto, l'artista dovette suonare improvvisando su due soli accordi. Brian Eno fece invece suonare a Phil Collins lattine di birra per creare qualcosa di insolito.

A questi due esempi di opportunità creativa scaturita dal disordine potremmo aggiungerne molti altri, come quello dell'azienda che ha eliminato tutti i mobili per stimolare i dipendenti a elaborare nuove idee pensando in piedi, a dimostrazione che per lavorare meglio non è necessario eliminare ogni distrazione, pianificare tutto nel dettaglio, tenere le cose in ordine sulla scrivania e assicurarsi che nel team tutti vadano d'accordo.

Usando la ricerca di neuroscienze, psicologia, scienze sociali e storie di persone ispiratrici che fanno cose straordinarie, Tim Harford, in Che casino! (Egea 2018; 256 pagg.; 22 euro), ci spiega che le qualità umane che apprezziamo, creatività, reattività, capacità di recupero, sono parte integrante del disordine, della confusione e dello scompiglio che le producono.

I tanti aneddoti raccontati nel libro dimostrano che nel disordine c'è magia: nel mondo della musica, oltre a Jarett e a David Bowie, Harford nomina Miles Davis, raccontando come le loro improvvisazioni siano state meglio di una composizione strutturata. Bezos, Rommel e Trump rappresentano un illustre esempio di come il caos possa essere strumento di conquista negli affari, in politica e in guerra; Martin Luther King ha fatto i suoi migliori speech basandosi sull'improvvisazione, mentre la fissazione maniacale di Steve Jobs sull'ordine nell'ambiente di lavoro non ha avuto in altri casi lo stesso successo.

Oltre che nell'ambiente di lavoro, Harford spiega come anche nelle nostre conversazioni, nel nostro intimo e nei giochi con i bambini sia salutare valutare il caos come elemento positivo.

Questo saggio è un'esplorazione dei veri vantaggi del caos nelle nostre vite: una lettura che permette di scoprire le connessioni inaspettate tra creatività e pasticcio e di capire perché cambiamenti improvvisi di piani, persone sconosciute ed eventi imprevisti possono aiutare a generare nuove idee e opportunità.

L'inclinazione umana per l'ordine, sempre presente nelle nostre vite personali e professionali, online, anche nel gioco dei bambini, può mascherare in realtà la fragilità profonda e debilitante che ci trattiene dall'innovazione.

A volte il desiderio di ordine, un bisogno innato, è indubbiamente d'aiuto: non sarebbe così radicato se non lo fosse. Ma spesso siamo così sedotti dalle sue lusinghe che non riusciamo ad apprezzare le virtù di ciò che è trasandato, improvvisato, imperfetto, vago, diverso o persino sporco.

Tim Harford, economista e giornalista, è senior columnist del Financial Times, visiting fellow del Nuffield College di Oxford e membro onorario della Royal Statistical Society. Noto divulgatore scientifico, ha vinto numerosi premi giornalistici e collabora con la BBC World Service. Fra i suoi libri: Elogio dell'errore. Perché i grandi successi iniziano sempre da un fallimento, L'economista mascherato, La logica nascosta della vita. Con Egea ha pubblicato 50 cose che hanno fatto l'economia moderna.

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