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Scrivere per farsi capire

, di Susanna Della Vedova
Canali tradizionali e canali digitali entrambi strumenti di comunicazione, differenti ma con lo stesso utilizzo: esprimere concetti chiari e immediati. Erika Leonardi spiega come utilizzarli al meglio anche nel governo di un'azienda a partire dall'uso ormai abituale della mail

Canali tradizionali e canali digitali ci investono ogni giorno di contenuti scritti. Il rischio di essere sommersi è in agguato: quanti sono chiari e utili? E quante volte quello che scriviamo coglie nel segno?

Rispetto alla scrittura, ciò che abbiamo appreso sui banchi di scuola risulta utile solo in parte: il linguaggio cambia e alcune regole considerate inderogabili possono rivelarsi obsolete.

Tutti i sistemi di gestione che governano un'azienda devono però contare sulla capacità di far circolare informazioni, all'interno e all'esterno dell'impresa. Anche le più recenti norme in tema di qualità pongono l'accento sulla comunicazione: "quando non c'è chiarezza" afferma Erika Leonardi in Scrivere per farsi capire (Egea 2018; 128 pagg.; 15 euro; 10,99 epub), "la confusione regna sovrana, nascono sprechi e rilavorazioni, aumentano i rischi di insuccesso, si crea stress".

Se la qualità rappresenta lo strumento per uscire vittoriosi dallo scenario di cambiamento che le imprese stanno affrontando, essa va intesa in senso lato: non solo di prodotto e di sistema di gestione, ma anche di modo di lavorare e di relazionarsi con tutti gli stakeholder.

Una comunicazione scritta di qualità offre in questo senso un approccio vincente su tutti i fronti: il suo impatto è consistente e bastano pochi princìpi e la padronanza di semplici metodi e strumenti per essere efficaci.

Se scrivere e farsi capire può essere una dote innata, con un po' di attenzione tutti possiamo affinare le nostre capacità.

Il volume risponde a questa esigenza con una ricca serie di suggerimenti di immediata applicabilità. Due interi capitoli sono poi dedicati rispettivamente all'email, canale leggero, fulmineo e funzionale, ma proprio perciò ancor più soggetto a trasformarsi in una fonte di equivoci e problemi; e alla comunicazione interna operativa, contesto sempre più delicato e complesso a causa della pervasività delle tecnologie.

Erika Leonardi, consulente e formatrice su temi manageriali, ha gestito numerosi progetti in organizzazioni private ed enti pubblici; con il format di consulenza aziendale «Azienda in jazz» utilizza la musica dal vivo per mettere a fuoco l'importanza di lavorare in gruppo, mantenendo la propria individualità. Da anni si dedica ai temi della qualità, ambito in cui ha coordinato più edizioni di un Master Quality Manager presso l'Università IULM di Milano. Con Egea ha pubblicato Manager della qualità. Il modello organizzativo ISO 9001 (2015).

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