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Chiamata alle armi

, di Susanna Della Vedova
I veri costi della spesa militare in Italia. Il caso Leonardo, ex finmeccanica, uno sguardo all'Europa e una risposta alle tante domande sull'argomento per giungere a due importanti proposte che Raul Caruso propone al lettore del suo nuovo libro

Quali sono le vere cifre della spesa militare in Italia? Quale la sua composizione e quali le scelte che la guidano? Fino a che punto è vero che la spesa militare può trainare la crescita di un paese? Quale ambigua relazione intercorre tra ricerca, sviluppo tecnologico e corsa agli armamenti?

Relativamente al nostro paese, Raul Caruso con Chiamata alle armi, (Egea 2018; 128 pagg.; 16 euro), prova a fornire una risposta a questi interrogativi, anche attraverso l'analisi del caso Leonardo (ex Finmeccanica), uno dei leader mondiali dell'industria della difesa.

Allargando poi lo sguardo all'Europa, dove spesso la proprietà delle aziende del settore è pubblica, due sono i temi su cui si concentra la riflessione: da un lato, il rapporto tra gli obiettivi di business delle imprese e il perimetro degli accordi internazionali sottoscritti dagli Stati-azionisti; dall'altro, la necessità di una difesa comune europea come elemento imprescindibile di analisi del contesto competitivo.

In questo quadro, l'autore avanza due proposte concrete. La prima per la creazione di un'agenzia indipendente per il controllo del commercio internazionale di armamenti. La seconda per l'introduzione di un nuovo parametro su cui basare le scelte di politica economica, e cioè il rapporto tra spese per l'educazione e spese militari: un indicatore di questo tipo metterebbe a diretto confronto un investimento per lo sviluppo, rivolto dunque al futuro, con una spesa corrente, che costituisce invece un freno alla crescita, e nella sua semplicità coniugherebbe le esigenze strategiche di oggi con un'attenzione più responsabile al domani.

Raul Caruso, laureato a Napoli, ha conseguito il master presso l'ASERI di Milano, il master of science in Economics presso l'Università Cattolica di Leuven e il dottorato in Istituzioni e Organizzazioni presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove attualmente è ricercatore in Politica economica. Dirige la rivista Peace Economics, Peace Science and Public Policy. È executive director del Network of European Peace Scientists (NEPS), responsabile del capitolo italiano dell'Economists for Peace and Security e direttore del Centro Europeo di Scienza della Pace, Integrazione e Cooperazione (CESPIC). Dal 2009 è responsabile dell'organizzazione dell'annuale «Jan Tinbergen European Peace Science Conference». Editorialista del quotidiano Avvenire, è stato insignito del Premio Isimbardi nel 2011, del premio Capri-San Michele e della NEPS Medal nel 2017.

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