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Didattica

Zero errori e massima oggettivita', l'esame al computer e' meglio

, di Davide Ripamonti
Filippo De Marco, Nicola Limodio e Silvio Petriconi hanno ricevuto il premio Innovazione della didattica per aver introdotto gia' nel 2018 una modalita' innovativa per valutare gli studenti

La prima ragione è una semplice, sacrosanta questione di equità. Garantire cioè a tutti gli studenti uguali condizioni evitando nel contempo che qualcuno possa copiare dal vicino di banco. Non dovrebbe, ma qualche volta succede. Poi, se hai a che fare con grandi numeri, diventa anche una necessità. Filippo De Marco, assistant professor presso il Dipartimento di finanza dell'Università Bocconi, ha introdotto nell'anno accademico 2018/2019, insieme ai colleghi Nicola Limodio e Silvio Petriconi (tutti e tre premiati dall'Università per l'Innovazione della didattica) e a Viktar Fedaseyeu, oggi alla China Europe Intenational Business School di Shanghay, per il corso di Financial markets and Institutions, la modalità di svolgere gli esami al computer e non tornerebbe più indietro: "Si tratta di un corso del secondo anno obbligatorio per le lauree triennali, che coinvolge otto classi per un totale di circa 700 studenti", spiega De Marco.

"Il software che utilizziamo si chiama Respondus, ogni ragazzo in aula si collega al proprio computer (adesso ovviamente da remoto) e risponde a domande che sono sempre diverse, perché estratte casualmente dal computer da un insieme più grande. E' praticamente impossibile che due studenti abbiano un compito uguale". Un'altra considerazione riguarda la valutazione, che diventa molto più oggettiva: "Questo è senz'altro vero, perché l'uomo può sbagliare, la macchina no. I ragazzi sono anche più tutelati, perché correggere 700 test ti espone fatalmente a qualche errore".

Non è stata però una scelta improvvisa, che ha colto gli studenti di sorpresa, ma ci si è arrivati per gradi: "Durante il corso io e i miei colleghi abbiamo somministrato diversi test online tramite la piattaforma Blackboard, in questo modo i ragazzi hanno potuto prendere confidenza con la nuova modalità. L'esame quindi si è rivelato una sorta di estensione di questi test", dice ancora il docente. Che sottolinea come ciò sia stato possibile grazie alla collaborazione del resto dell'Università, soprattutto dell'amministrazione e dell'Ict. "Credo che, aldilà degli obblighi del momento imposti dalla pandemia, questa modalità rappresenti il futuro e non si tornerà completamente indietro. Ci sarà di nuovo attività d'aula ma, almeno per quelle materie che più si prestano, gli esami saranno online. Del resto, l'ultima lezione dello scorso anno accademico l'abbiamo incentrata sul fintech", prosegue De Marco, "sulla blockchain technology e sul futuro della finanza, tutte cose che fino a cinque anni fa non c'erano. E' il futuro...".

"Grazie alla disponibilità dei docenti che ci hanno permesso di esercitarci con il software", racconta Francesco Maria De Benedictis, studente del corso di laurea in International Economics and Finance, "all'esame su computer non ho avuto nessun tipo di problema. Da un punto di vista pratico è anzi più agevole leggere i numeri sul pc piuttosto che su un testo scritto. E poi la valutazione è veloce e oggettiva. Se poi penso a quanto è successo dopo e alla necessità di convertirci tutti a questa nuova modalità, io e i miei colleghi di corso ci siamo certamente trovati avvantaggiati. Posso dire che l'innovazione introdotta dal prof. De Marco è stata in un certo senso visionaria".