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Didattica

Una competition per riequilibrare le politiche sanitarie

, di Davide Ripamonti
La scelta di puntare sugli assessorati, definita lungimirante dalla giuria, ha determinato il team vincitore sui 120 in gara in cui erano divisi i mille studenti del corso diretto da Francesco Longo

Quando si dice fare le cose in grande... Una case competition che vede confrontarsi quasi mille studenti non è una cosa consueta nemmeno in Bocconi, ma è quanto accaduto nel corso di Economia e management delle amministrazioni pubbliche diretto da Francesco Longo, che ha coinvolto tutte le 8 classi del Cleam. I ragazzi, suddivisi in 120 team, si sono misurati a suon di dati, analisi e strategie fino a determinare al termine di una dura selezione la squadra vincitrice. Tutto rigorosamente in distance, come questo difficile momento richiede.

"L'oggetto della competition", spiega Longo, "era individuare strategie per produrre convergenza tra le politiche sanitarie delle regioni più forti e quelle più deboli in tema di meccanismo finanziario e politiche di governance. Sono stati forniti agli studenti una serie di dati quali e quantitativi su cui lavorare". Un obiettivo complesso ma stimolante, perché consentiva di applicare la teoria, cioè il frutto delle lezioni, a situazioni reali. "E' una didattica appassionante perché gli studenti hanno la possibilità di generare qualcosa di nuovo e di importante". Dopo una selezione interna, le quattro finaliste si sono affrontate in una live session che comprendeva una presentazione e poi domande, davanti alla giuria esterna composta da Federica Di Pilla, dirigente presso il ministero dell'Economia e delle finanze, Alberto De Negri, partner Kpmg, head of Healthcare, e Gianni Giorgi, già direttore sanità Regione Lombardia e commissario al piano di rientro della Regione Lazio. A vincere è stato il team composto da Giovanni Annicchini, Matteo Collini, Andrea Di Grazia, Paolo Carlo Jamite Ferri, Vittoria Furlan, Sara Marelli, provenienti dalla classe 4.

"Era la prima volta per noi in una competition con premio finale", racconta Giovanni Annicchini, 20 anni, di Bari, rimasto a Milano anche nel periodo di lockdown, "e questo rappresenta indubbiamente uno stimolo. Lavorare in remoto non è stato per noi un problema dal punto di vista dell'uso delle tecnologie, ma il contatto diretto, personale, favorisce lo scambio di idee, il dibattito". Lavorare su dati reali, anche all'interno di un'esercitazione, rende consapevoli che anche le migliori e più efficaci strategie, nella vita vera, devono scontrarsi con ostacoli imprevisti e imprevedibili, che non sempre si possono superare. E allora bisogna adattarsi con quello che si ha. "Abbiamo compreso meglio come funziona il settore pubblico", continua Annicchini, "dove le soluzioni devono sempre misurarsi con i limiti della pubblica amministrazione. Quelli di risorse, innanzitutto. Ma anche problematiche di tipo legale. Siamo andati oltre lo studio meramente teorico perché cercavamo di capire se le nostre idee fossero realizzabili".

Alla fine, in un panel di finalisti tutti in grado di produrre eccellenti lavori, a risultare determinante, spiega ancora lo studente, "è stata la scelta dell'assessorato come punto centrale adatto per migliorare tutte le altre dimensioni. E' stata, hanno detto i giudici, una scelta lungimirante".

Per i sei vincitori il premio sarà una cena al buio presso l'Istituto dei ciechi di Milano.