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Wikimedia Foundation, la più grande impresa sociale del mondo

LA PRESIDENTE DI WIKIMEDIA ITALIA IN AULA IN BOCCONI RACCONTA AGLI STUDENTI CLEACC COME FUNZIONANO WIKIPEDIA E LE SUE SORELLE

Frieda Brioschi

Diciassette milioni di utenti nel mondo, 13 milioni di voci in 266 lingue diverse, quasi 380 milioni di pagine visitate al giorno nell’aprile del 2009 (oltre 10 milioni quelle dell’edizione in italiano). Non stupisce che il Guinness world record abbia catalogato Wikipedia come la più grande enciclopedia al mondo. Tu chiedi, lei risponde praticamente su tutto. Ma Wikipedia non è che uno, sebbene il più importante, dei progetti di Wikimedia Foundation, la organizzazione internazionale non profit con sede a San Francisco che gestisce questo universo della conoscenza digitale, come ha spiegato Frieda Brioschi, presidente di Wikimedia Italia, agli studenti del corso di management delle aziende pubbliche e non profit (Cleacc) di Giorgio Fiorentini. Un’organizzazione che, di fatto, è anche la più grande impresa sociale culturale del pianeta.

Wikipedia è nata nel 2001 come costola di Nupedia, il progetto di enciclopedia libera online di Jimmy Wales e Larry Sanger che ebbe origine nel 2000 dalla società Bomis. Nupedia era sì gratuita e consentiva di riutilizzarne i contenuti, ma aveva un ‘difetto’ che la portò alla rapida estinzione: poteva essere scritta solo da esperti. Venticinque articoli pubblicati nel primo anno, nulla in confronto alle 10 mila voci messe online solo nel 2001 dalla neonata Wikipedia in inglese. Per la cronaca, l’edizione italiana è apparsa appena quattro mesi dopo quella anglosassone. “Oggi Wikipedia conta 13 milioni di articoli (voci), di cui circa 570 mila sono quelle in italiano”, spiega Frieda Brioschi. “Per fare un paragone, si pensi che la Treccani ne conta meno di 150 mila e l’Enciclopedia Britannica circa 200 mila”.
Come si sa, ciò che decretato il successo di Wikipedia (“che è sempre tra i dieci siti più visitati al mondo”) è la possibilità per qualsiasi utente di crearne o modificarne i contenuti. Non esiste un capo e la struttura è assolutamente orizzontale, se si esclude la gerarchia tecnica, gli amministratori, necessaria a garantirne il funzionamento. Che serve, visto che le ‘edit-war’ tra gli utenti, ovvero le schermaglie nella creazione dei contenuti di una voce, sono sempre in agguato. Come è accaduto per le Foibe, una delle voci che ultimamente è stata più al centro di tali battaglie. “Wikipedia persegue un punto di vista neutrale e ha l’obiettivo di presentare fatti, non una linea politica”, continua Brioschi. Motivo per cui “raccoglie solo nozioni che sono già state pubblicate da altri ed è quindi concepita come una fonte secondaria di informazioni, non primaria come possono esserlo i quotidiani”. Ciò significa che, se uno scienziato avesse un’intuizione per una nuova teoria e volesse pubblicarla in anteprima su Wikipedia, tale voce sarebbe rapidamente cancellata.
 
Ma come fa Wikipedia a sostenersi e a proliferare se il solo costo della banda per i 300 server nel mondo è stato di 2 milioni di dollari, l’anno scorso? “Tutto funziona con le donazioni, per le quali vengono effettuate una o due campagne l’anno. La maggior parte di queste è di piccola entità, da pochi centesimi a 10 dollari”. A gestire il tutto, e tutti i progetti del cosmo wiki, è nata nel 2004 la Wikimedia Foundation, che risiede negli Usa ma ha sezioni (chapter) in diversi paesi, tra cui l’Italia appunto. E a far capire quanto il progetto nasca e si sviluppi attraverso la comunità di utenti, basti pensare che Wikimedia Foundation ha soltanto una ventina di dipendenti. Dodici sono invece i prodotti che fanno parte del mondo Wiki. Non ti ricordi chi ha detto quella frase? C’è Wikiquote. Cerchi una foto o un file multimediale? Puoi trovarli su Wikimedia Commons. Ma ci sono anche, tra gli altri, Wikiversity, che mette a disposizione contenuti per gli studenti universitari proprio come una vera università e Wikisource, una biblioteca di tesi universitarie messe in comune dagli utenti.


di Andrea Celauro

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