Contatti
Università

Ora la nuova Bocconi è World Building of the Year

, di Fabio Todesco
Dopo il titolo nella sezione “Formazione” la nuova sede sbaraglia anche i vincitori delle altre 16 categorie al World Architecture Festival di Barcellona

Il mondo dell'architettura aveva già espresso giudizi lusinghieri sul nuovo edificio della Bocconi di via Roentgen, progettato da Yvonne Farrell e Shelley McNamara dello studio Grafton Architects di Dublino, ma quello della scorsa settimana al World Architecture Festival di Barcellona è stato un vero trionfo. Dopo il titolo di miglior edificio dell'anno nella sezione "Formazione", la nuova sede universitaria ha sbaragliato anche i vincitori delle altre 16 categorie, aggiudicandosi all'unanimità il titolo di World Building of the Year.

Il World Architecture Festival, organizzato nel capoluogo catalano dalla britannica Architectural Review ruotava intorno al concorso riservato a edifici completati negli ultimi 18 mesi, al quale hanno partecipato 722 progetti da 63 paesi. Alla fase finale di Barcellona sono arrivati 224 progetti da 43 paesi, tra i quali sono stati scelti, in un primo tempo, i vincitori delle 17 categorie e, venerdì 24 ottobre, l'edificio dell'anno, secondo il giudizio di una supergiuria presieduta da Robert Stern, preside della Yale School of Architecture. Presidente della giuria sarebbe dovuto essere Lord Norman Foster, ma un suo progetto era tra i 17 finalisti.

Secondo la testimonianza di Catherine Slessor, uno dei giurati della categoria "Formazione" che ha potuto assistere ai lavori della supergiuria che ha assegnato il premio assoluto, i giurati si sono subito orientati verso la nuova Bocconi, che avrebbe il pregio architettonico "di affrontare temi complessi con grande immaginazione", per usare le parole di Stern.

Cecil Balmond, altro membro della giuria, ha dichiarato di apprezzare la soluzione strutturale, "leggera e senza istrionismi gratuiti", degli uffici sospesi, mentre Suha Ozkan ha ammirato il modo in cui il nuovo edificio "porta la città nel campus, unendo la vita di Milano e quella dell'università". Alludendo alle megastrutture di sapore modernista dell'edificio, Stern ha dichiarato che "è uno di quei grandi edifici che ti fanno rivedere un momento del passato in un modo totalmente nuovo". Il direttore del Festival, Paul Finch, ha definito l'opera "un progetto totalmente tridimensionale" e ha elogiato la sua relazione con la città. Più leggero il commento di uno degli altri membri della giuria, Ricky Burdett: "L'edificio afferra il duro, arcigno Dna di Milano e gli alza le gonne".

La supergiuria finale, presieduta da Robert Stern, Yale School of Architecture, era formata da Cecil Balmond, Ove Arup Partners; Ricky Burdett, London School of Economics; Charles Jencks, critico; Suha Ozkan, XXI Architectural Culture Centre, Ankara.