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Le Computing Sciences hanno casa qui

, di Emanuele Elli
In Bocconi un nuovo dipartimento che fa ricerca grazie all'incontro di computer science, fisica teorica, matematica applicata, intelligenza artificiale, machine learning e neuroscienze computazionali. Talenti da tutto il mondo e alla guida il fisico teorico Riccardo Zecchina

Fervono i lavori al terzo piano di via Roentgen. Tra traslochi interni e nuovi uffici da allestire, qui si sta radunando lo staff del neonato Dipartimento di Computing Sciences, la struttura che concentra la didattica e la ricerca che nascono dall'incontro di computer science, fisica teorica, matematica applicata, intelligenza artificiale, machine learning e neuroscienze computazionali. A dirigere il team, che nella sua formazione iniziale conta 5 professori ordinari, 2 associati, 11 assistant professor e 5 lecturer, è Riccardo Zecchina, ingegnere laureato al Politecnico di Torino, ordinario di fisica teorica e titolare della Vodafone Chair in Machine Learning and Data Science della Bocconi.

Con quali obiettivi nasce un dipartimento così in un'università di scienze sociali?
In Bocconi la presenza di matematici e statistici nell'ambito del Dipartimento di Scienze delle decisioni è stata sempre forte. Da alcuni anni poi la Bocconi sta allargando i propri ambiti di interesse verso le STEM. Fa parte del piano strategico e già sono maturate competenze molto importanti riguardo l'utilizzo di queste scienze "dure" in campo sociale ed economico. La convergenza tra economia, scienze della computazione e scienze sociali è nei fatti e la Bocconi, nel prenderne atto, cerca di porsi subito all'avanguardia. Il primo obiettivo è dunque quello di fare ricerca al massimo livello possibile e, al tempo stesso, di interagire con le altre discipline. Sarà l'interazione con i ricercatori di tutti gli altri dipartimenti della Bocconi a produrre nuove conoscenze, il nostro compito è creare le condizioni perché l'interazione sia più fruttuosa possibile.
In quali aree di interesse si muoverà la vostra ricerca?
Le scienze della computazione abbracciano ambiti diversi, dalla computer science alla scienza della modellizzazione, dalle neuroscienze computazionali alla computational social science. Questi quattro pilastri trovano convergenza nell'apprendimento automatico e nell'intelligenza artificiale. In questo quadro rientrano temi come la teoria degli algoritmi, l'ottimizzazione, l'elaborazione del linguaggio naturale, la teoria dei giochi, gli aspetti computazionali della privacy dei dati e della sicurezza, il calcolo quantistico... C'è poi l'area di Digital Humanities, dove faremo ricerca applicata sui possibili utilizzi dell'IA in economia, dall'accounting alla finanza. Infine, cercheremo di portare avanti ricerche nel campo delle scienze della vita legate alla biomedicina computazionale e al processamento delle immagini.
Quali talenti siete riusciti ad attrarre nella nuova struttura?
Il primo ad arrivare, da Berkeley, è stato Luca Trevisan, informatico teorico di eccellenza assoluta, un riferimento per la comunità globale. Alon Rosen arriva invece dall'Istituto Weizmann per le Scienze, in Israele, ed è uno dei massimi esperti di crittografia e security. Abbiamo con noi Marc Mèzard, fino a poco tempo fa direttore dell'ENS di Parigi, che darà un contributo essenziale su machine learning e apprendimento automatico mentre Francesca Buffa, in arrivo da Oxford, si occupa di ML nella medicina computazionale e in particolare in reti di regolazione nei tumori. Tra i più giovani cito Dirk Hovy, già in Bocconi, esperto di processamento del linguaggio naturale. Tutti loro o quasi hanno un Grant ERC, a certificare un'eccellenza internazionale. Ci sono poi molti giovani Assistant Professor in cui riponiamo grande fiducia e aspettative.
Quale contributo darete alla didattica?
Vorremmo aiutare a inserire più conoscenze computazionali in tutti i corsi di laurea, ibridizzando la formazione e rispondendo così a una richiesta del mondo del lavoro che è molto intensa. Abbiamo già dato vita a una laurea triennale, quella in Mathematical and Computing Sciences for AI, che sta riscuotendo molto successo ed è un corso puramente STEM, viene cioè classificato come matematica applicata. È un percorso interdisciplinare che forma studenti con un background metodologico molto solido ma con l'idea che possano accedere anche ai master più classici.
Considerato l'appeal sui giovani delle discipline che insegnate presto sarete richiestissimi... non temete un effetto overbooking?
Già ora abbiamo molte richieste e probabilmente qualcuno dei nostri giovani si è preso più impegni sulle tesi di laurea di quanti avrebbe dovuto, ma tutto sarà portato a regime. Agli studenti, però, dobbiamo chiarire che noi non insegniamo le tecnologie, noi descriviamo una serie di strumenti concettuali, metodologici, con i quali possono sfruttare le nuove tecnologie in ogni ambito. Il nostro scopo è creare uno nuovo "bocconiano", che sappia creare modelli, interpretare strumenti e crearne di nuovi, per restare sempre aggiornato. Non è un trasferimento tecnologico, ma una comprensione di metodi concettuali che richiede molto sforzo da parte degli studenti e regala benefici a lungo termine.
Avete immaginato anche iniziative aperte a utenti esterni?
Esiste un problema enorme di formazione continua per le aziende su molti dei nostri temi, ma è ancora presto per pensarci. Oggi dobbiamo puntare a portare a Milano i migliori studiosi per fare ricerca e docenza. Inoltre, insieme ad altre tre università milanesi – Politecnico, Statale e Bicocca – abbiamo creato un'unità di ricerca associata all'European Laboratory for Learning and Intelligent Systems (ELLIS) che sta sviluppando molti contatti con il mondo industriale. Credo che sia un messaggio sociale importante perché significa che siamo attrattivi anche in settori come l'informatica, la sicurezza o il machine learning, ed è un fatto rilevante per tutto il tessuto sociale ed economico italiano. Stiamo formando insomma molti giovani che saranno preziosi per le aziende.


Riccardo Zecchina, professore di Fisica Teorica, è titolare della Vodafone Chair in Machine Learning and Data Science della Bocconi e direttore del corso di laurea di Computing and Mathematical Sciences for AI. I suoi attuali interessi di ricerca riguardano l'interfaccia tra fisica statistica, informatica, apprendimento automatico e neuroscienze computazionali. Nel 2016, ha ricevuto (con M. Mezard e G. Parisi) il Lars Onsager Prize in Theoretical Statistical Physics dall'American Physical Society. Precedentemente (2011-2015) è stato un Advanced Grantee del Consiglio europeo della ricerca (ERC). Da qualche settimana è stato nominato direttore del nuovo Dipartimento di Computing Sciences. "Per me, che ho come interesse primario la ricerca, accettare di dedicarmi alla creazione di questa nuova struttura è stato un grande investimento di tempo", riflette il docente. "Per questo sono rimasto davvero colpito dalla reattività e dallo spirito di collaborazione che ho trovato in Bocconi. La capacità di accettare l'innovazione è tutt'altro che scontata. I colleghi hanno dimostrato un'apertura intellettuale che conferma l'alto livello della tensione culturale che caratterizza la nostra università. Questa nuova realtà ha tutte le caratteristiche per diventare in poco tempo un centro visibile a livello internazionale".