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Il monologo di Giacomo Poretti in scena in Bocconi

, di Benedetta Ciotto
Il comico si e' interrogato sulle radici e l'essenza dell'anima davanti alla platea di studenti della scuola graduate, coinvolgendoli in uno spettacolo profondo e riflessivo e allo stesso tempo divertente, ricco di sketch autoironici

"Avete fatto un corpo, ora fatene un'anima", è l'esortazione di un sacerdote, padre Bruno, rivolta in ospedale a un Giacomo Poretti appena diventato padre. L'attore, comico, sceneggiatore, anche conosciuto per essere parte del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, non ha mai smesso di interrogarsi sul significato di questa frase, tanto che ci ha scritto un monologo: "Fare un'anima", che ha portato in scena anche sul palco Bocconi, in un'aula magna gremita di studenti.

"A che cosa serve un'anima e di che cosa è fatta?" "Spunta con i dentini da latte?". Sono alcune delle tante domande rivolte a se stesso e agli spettatori. Un monologo dalla natura profonda e riflessiva che porta a interrogarsi sull'essenza di quella che noi chiamiamo "anima", ma dallo sviluppo divertente: Giacomo Poretti, tra una meditazione e l'altra, ha fatto ridere il pubblico con racconti delle sue esperienze di vita e sketch autoironici sull'innovazione e i progressi tecnologici, che gli hanno permesso di entrare in sintonia con un pubblico perlopiù composto da nativi digitali.

Lo spettacolo fa parte del ciclo di seminari "Broaden Your Frame", organizzati dalla scuola graduate allo scopo di stimolare il pensiero critico e di ampliare il bagaglio culturale degli studenti. "E' stato un monologo divertente e intenso allo stesso tempo, condotto tra leggerezza e profondità. E Giacomo è stato apprezzato, oltre che per la bravura e la simpatia che ben conosciamo, per la disponibilità con cui si è fermato a dialogare con gli studenti alla fine dello spettacolo", dice Antonella Carù, direttore della scuola graduate.