I miei paesaggi in Bocconi
"I miei paesaggi": così Armando Fettolini intitolava una sua mostra recente. Quei paesaggi, come questi che ora espone nella Sala-Ristorante dell'Università Bocconi, sono effettivamente "suoi".
E non solo nel senso, ovvio, che li ha dipinti lui. "Singolare appare infatti la sua interpretazione del paesaggio, perché in realtà quello che vediamo nei suoi quadri è il tentativo, visionario, di racchiudere un'estensione potenzialmente illimitata in uno spazio ristretto o, meglio, di dare un'espressione precisa a qualcosa di sfuggente", afferma la critica d'arte Elena Pontiggia.
Nelle sue opere più recenti Fettolini costruisce tavole di legno che hanno rigorose e laconiche forme geometriche. Poi in quelle tavole che riprendono il cerchio, il quadrato, il rettangolo o una schiera decrescente di trapezi, insinua un blu emotivo e sensibile, un po' come quello che Cézanne chiamava il colore della lontananza.
Si crea così uno scarto fra la rigidezza del supporto e la liricità del colore; fra la misura finita, e a volte piccola, della tavola e la vaghezza dei cromatismi che fanno pensare alla notte, al mare, al cielo, all'orizzonte e sembrano non avere limiti.
Certo, anche all'interno del quadro compaiono quadrati e cerchi. Si tratta però di geometrie ben diverse: ombre leggere che, proprio per la loro levità, potrebbero dilatarsi all'infinito.
"Fettolini", conclude Pontiggia "muove insomma da una struttura indeformabile e la ricolma di ritagli, segmenti, strisce trasparenti che sembrano voler superare le barriere di qualsiasi inquadratura.
La mostra è organizzata da ISU Bocconi, ingresso libero dall'11 marzo al 3 maggio, da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12