La forza (inarrestabile) degli esempi
Di cosa ci vuol convincere il mondo in cui viviamo oggi? Che avere valori e competenze è controproducente, quasi un peccato originale. La verità però è che non dobbiamo cedere alla moda imperante che ritiene le competenze indesiderabili e non indispensabili. Se non ci fermiamo a una lettura superficiale, infatti, il tentativo in corso è quello di costruire una narrazione in grado di sostituire quella che ha guidato e raccontato il mondo così come abbiamo imparato a conoscerlo nel secolo breve e in questo tumultuoso inizio di XXI secolo. Alla narrazione che incarnava lo spirito del liberismo, che è sopravvissuta a quelle del fascismo e del comunismo, oggi si sta cercando di sovrapporre un nuovo storytelling non ancora scritto e consolidato che pesca però in parte dal passato e che vuole sradicare alcune convinzioni che pensavamo di aver acquisito definitivamente: dalla libera circolazione all'accoglienza, dall'educazione universale alla supremazia della scienza. Convinzioni che poggiavano la loro forza su valori che credevamo universali e sulla forza riconosciuta come positiva delle competenze.
Oggi la paura verso un futuro incerto sta dando voce a una narrazione che privilegia la chiusura all'apertura, l'uno vale uno alla competenza. Perché quello che manca sono, oltre alle prospettive, modelli positivi a cui ispirarsi o più semplicemente la volontà di guardare a loro. Non necessariamente leaders mondiali alla Mandela o alla Obama, piuttosto che alla Martin Luther King o visionari alla Steve Jobs. In questo momento storico l'esempio più forte, quello che può ispirarci e magari indicarci la strada da seguire, soprattutto se gli occhi che stanno scrutando l'orizzonte sono quelli della generazione Z, ci arriva da giovani che hanno trovato la propria strada e la stanno percorrendo con entusiasmo dopo aver investito su se stessi. Giovani che credono nel valore delle competenze e che partono da queste per disegnare il loro mondo. Giovani che credono che dare il buon esempio sia la vera rivoluzione.
Per questo voglio ringraziare Kim, Maria Sofia e Monika, alumnae Bocconi di stanza a Londra, che hanno deciso di donare il loro tempo per raccontare la loro esperienza fatta di studio e lavoro ai più giovani, lanciando così i semi per una nuova narrazione.
Spetta a tutti noi coglierli e farli germogliare.