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La forza (inarrestabile) degli esempi

, di Gianmario Verona - ordinario presso il Dipartimento di management e tecnologia
Contro un nuovo storytelling che racconta una visione in cui le competenze non sono indispensabili, torniamo a guardare ai modelli positivi. Come i nostri giovani che, dopo aver investito su se stessi, stanno percorrendo la loro strada con entusiasmo. L'editoriale di Gianmario Verona sul nuovo numero di viaSarfatti25, il mensile Bocconi

Di cosa ci vuol convincere il mondo in cui viviamo oggi? Che avere valori e competenze è controproducente, quasi un peccato originale. La verità però è che non dobbiamo cedere alla moda imperante che ritiene le competenze indesiderabili e non indispensabili. Se non ci fermiamo a una lettura superficiale, infatti, il tentativo in corso è quello di costruire una narrazione in grado di sostituire quella che ha guidato e raccontato il mondo così come abbiamo imparato a conoscerlo nel secolo breve e in questo tumultuoso inizio di XXI secolo. Alla narrazione che incarnava lo spirito del liberismo, che è sopravvissuta a quelle del fascismo e del comunismo, oggi si sta cercando di sovrapporre un nuovo storytelling non ancora scritto e consolidato che pesca però in parte dal passato e che vuole sradicare alcune convinzioni che pensavamo di aver acquisito definitivamente: dalla libera circolazione all'accoglienza, dall'educazione universale alla supremazia della scienza. Convinzioni che poggiavano la loro forza su valori che credevamo universali e sulla forza riconosciuta come positiva delle competenze.

Oggi la paura verso un futuro incerto sta dando voce a una narrazione che privilegia la chiusura all'apertura, l'uno vale uno alla competenza. Perché quello che manca sono, oltre alle prospettive, modelli positivi a cui ispirarsi o più semplicemente la volontà di guardare a loro. Non necessariamente leaders mondiali alla Mandela o alla Obama, piuttosto che alla Martin Luther King o visionari alla Steve Jobs. In questo momento storico l'esempio più forte, quello che può ispirarci e magari indicarci la strada da seguire, soprattutto se gli occhi che stanno scrutando l'orizzonte sono quelli della generazione Z, ci arriva da giovani che hanno trovato la propria strada e la stanno percorrendo con entusiasmo dopo aver investito su se stessi. Giovani che credono nel valore delle competenze e che partono da queste per disegnare il loro mondo. Giovani che credono che dare il buon esempio sia la vera rivoluzione.

Per questo voglio ringraziare Kim, Maria Sofia e Monika, alumnae Bocconi di stanza a Londra, che hanno deciso di donare il loro tempo per raccontare la loro esperienza fatta di studio e lavoro ai più giovani, lanciando così i semi per una nuova narrazione.
Spetta a tutti noi coglierli e farli germogliare.