La ragione (e il pensiero critico) del cambiamento
Cento professori sono tornati in questi giorni in aula per imparare il coding, mentre altri 50 da un anno lo usano e insegnano quotidianamente. Quaranta nuove assunzioni di professori (tra assistant, associate, full professor e professors of the practice), per lo più internazionali, tra il 2017 e il 2018, hanno rafforzato la faculty, anche in nuove aree disciplinari come data science e polical science. Sono numeri simbolo del processo evolutivo che la Bocconi sta portando avanti. Un'evoluzione indispensabile per continuare a essere motore di conoscenza e avere impatto sul mondo che cambia.
Vivere e interpretare il cambiamento e soprattutto essere capaci di incidere su di esso vuol dire essere continuamente aperti ad accogliere i germi di questo cambiamento e essere capaci di farli propri. Per insegnare ai nostri studenti il lavoro che cambia prima di tutto dobbiamo cambiare noi stessi e il modo in cui insegniamo. Per non avere paura dell'impatto che l'intelligenza artificiale avrà sul mondo del lavoro e quindi sulla vita di ciascuno di noi dobbiamo imparare a conoscerla proprio come in questi anni stiamo insegnando alle macchine a parlare e a riconoscere le immagini.
L'obiettivo dei nostri sforzi è rendere l'esperienza degli studenti sempre più stimolante e coerente con le necessità di un mercato del lavoro che nel secolo digitale che stiamo vivendo è in rapida evoluzione e pieno di opportunità e rischi che vanno governati.
Per governare i rischi e non lasciarsi intimorire dal cambiamento dobbiamo però non solo abilitare la generazione Z (i "centennials") all'uso dei nuovi codici che ci permettono di comprendere la realtà e la sua evoluzione, ma dobbiamo soprattutto responsabilizzarli dando loro gli strumenti della logica e del pensiero critico indispensabili per orientarsi nell'informazione e nella conoscenza. E proprio questo sarà, da settembre, con l'introduzione di un corso di critical thinking, un ulteriore tassello del processo evolutivo che la Bocconi sta vivendo.
Perché se è vero che il genere umano da homo sapiens sta evolvendo verso un homo deus, è anche vero che dobbiamo imparare a gestire questa evoluzione con senso di responsabilità.