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I Grovigli di Ampelio Tettamanti

, di Susanna Della Vedova
Lunedi' 7 maggio, ore 18 presso la Sala Ristorante Universita' Bocconi, l'inaugurazione della mostra di pittura dell'artista che negli infiniti e fitti grovigli della vita intravvedeva sempre una luce filtrare

Ci sono artisti che sono sempre collegati a una corrente, a una stagione, a un'epoca, anche se la loro arte va al di là di quei pur comprensibili e legittimi confini.

E' il caso di Ampelio Tettamanti. Pensare alla sua pittura significa pensare al realismo sociale, di cui è stato un protagonista. Eppure negli anni più tardi (prima di scomparire quando aveva solo quarantasette anni, nel 1961) dà vita a un intenso ciclo di opere che guardavano all'informale, anche se muovevano sempre da uno spunto naturalistico.

Dipinge cioè un ciclo di Boschi che risentono del clima allora diffuso dell'informale, soprattutto di Pollock, di cui la Galleria del Naviglio aveva organizzato la prima personale a Milano già nel 1950. Si tratta di un'affinità solo formale, si intende. In Tettamanti l'intreccio di linee mantiene sempre un riferimento naturalistico: i suoi sono Boschi, appunto, grovigli di rami.

Non esprimono il vagare senza meta della pittura che, non a caso, è stata chiamata "d'azione" e avvicinata alla filosofia esistenzialista.

Nell'Action Painting l'opera non è più una rappresentazione ma un gesto, una testimonianza di esistenza.

"Per Tettamanti", afferma Elena Pontiggia, "invece l'intrico dei rami da cui il chiarore filtra a fatica è ancora una metafora della difficoltà di vivere, degli infiniti grovigli dell'esistenza. Sono grovigli fitti, non privi di spine, dietro i quali si intravede però una luce: quella luce che l'artista aveva sempre cercato di indicare, dipingendo le fatiche della vita quotidiana.

La mostra è organizzata da ISU BOCCONI
Ingresso libero da lunedì a venerdì, dalle ore 9 alle ore 12, dal 7 maggio al 22 giugno 2018