L'era delle fonti rinnovabili
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L'era delle fonti rinnovabili

LA STRADA DELLO SVILUPPO DELLE RINNOVABILI E' SEMINATA DI OSTACOLI ECONOMICI, TECNICI, AMBIENTALI E SOCIALI PER SUPERARE I QUALI SERVE UN IMPEGNO CONTINUATIVO. NON PROCLAMI

Promuovere lo sviluppo sostenibile ha un significato molto più largo che soddisfare la domanda energetica con le fonti rinnovabili (RES). Tuttavia è indubbio che l’associazione tra sostenibilità, lotta ai cambiamenti climatici e sostituzione dei combustibili fossili per ridurre le emissioni di gas serra ha proiettato le fonti rinnovabili al primo posto tra gli obiettivi delle politiche energia-clima mondiali. Non bisogna però dimenticare che ancora nel 2021 il peso delle rinnovabili moderne nel soddisfare la domanda energetica mondiale è stato solo del 13,5% (dati BP) mentre i tre combustibili fossili (petrolio, carbone e gas) hanno contribuito per l’82,3%. Viviamo quindi ancora pienamente nell’era dei combustibili fossili. Ma in quanto tempo e come potremo superarla?

La prima cosa da tener presente è che i tempi di trasformazione sono molto lunghi perché il sistema energetico è dotato di forte inerzia. Ad esempio, negli ultimi dieci anni, tra il 2011 e il 2021, la quota delle rinnovabili sui consumi mondiali è cresciuta solo del 6% (dal 7,2 al 13,5%) malgrado il forte sostegno pubblico. Se le rinnovabili a livello mondiale hanno un peso ancora modesto è perché vi sono settori o usi dove il loro impiego è difficile o poco conveniente: sono i settori chiamati “hard to abate”, cioè i trasporti, gli usi termici industriali o civili, dove la sostituzione dei combustibili fossili è più difficile.

Diverso è il caso dell’energia elettrica. Nel 2011 il peso delle RES nella produzione elettrica era del 20%, ma ciò era dovuto per il 16% all’energia idroelettrica che per più di un secolo ha svolto un ruolo importante nell’elettrificazione. Ma in questi dieci anni il mondo delle rinnovabili è cambiato in modo sensibile: la produzione eolica e solare è crescita enormemente e ciò ha consentito all’insieme delle rinnovabili di coprire il 28% della produzione elettrica mondiale nel 2021.

""Intervista a Marco Patuano, alumnus e presidente  Gruppo A2AL'opinione di Franco FerrariL'intervista a Giovanna Chiara, alumna e manager presso Hitachi Zosen Inova

Anche in futuro l’energia eolica e l’energia solare sono destinate a giocare un ruolo fondamentale per  raggiungere l’obiettivo di “zero emissioni” di anidride carbonica. Tutti gli scenari indicano che la penetrazione di solare ed eolico sarà decisiva nei prossimi decenni, anche se lo sviluppo effettivo potrà essere molto diverso. L’International Energy Agency (IEA) nel suo World Energy Outlook del 2021 ha preso in considerazione quattro scenari che vanno dalla mera continuazione delle politiche in atto (scenario denominato STEPS) allo scenario più volontaristico che mira a raggiungere Net-Zero Emission (NZE) di CO2 al 2050. Nel mezzo ci sono due scenari con uno sviluppo intermedio delle RES se verranno attuate le politiche di intervento già annunciate (APS) o se ne saranno varate di più ambiziose per andare verso lo sviluppo sostenibile (SDS). Per capire lo sforzo in atto, ma anche la diversità degli esiti possibili basti considerare che, partendo da 1500 GW installati nel 2020, nel decennio in corso verrebbero messi in servizio nuovi impianti solari ed eolici per circa 2700 GW (milioni di kW) nello scenario STEPS  e ben 6600 GW nello scenario NZE. Al 2050 la differenza di prospettiva diventa ancora più abissale perché si tratterebbe di costruire in trent’anni impianti solari ed eolici per un totale di quasi 7700 GW nello scenario STEPS e 21000 GW nello scenario NZE.

Purtroppo queste cifre non parlano molto all’uomo della strada che non riesce così ad apprezzare l’entità dello sforzo necessario. Per farsi un’idea, supponendo che metà della potenza solare venga collocata sui tetti delle case (secondo l’obiettivo recentemente annunciato della Commissione Europea per l’UE), nel caso dello scenario di sviluppo sostenibile (SDS) bisognerebbe che circa 75 milioni di case installassero i pannelli solari sul tetto entro il 2030 e quasi 300 milioni di case entro il 2050 (ciascuna con un impianto di 18 kW).

Lo sforzo da fare per decarbonizzare il sistema energetico quindi è ingente e non riguarda solo solare ed eolico, ma anche le altre fonti rinnovabili, l’idrogeno, lo sviluppo delle reti, le batterie (dato che bisogna stoccare l’energia per tener conto che sole e vento sono intermittenti) e la diffusione di tutte le tecnologie che permettano di migliorare l’efficienza energetica e, dove possibile, l’uso dell’elettricità. La trasformazione in atto e prospettica del sistema energetico richiede dunque massicci investimenti, che non sembrano mancare né dal punto di vista delle intenzioni degli operatori né da quello della finanza sempre più orientata verso gli investimenti sostenibili, purché si trovi il modo di dare ragionevole certezza al recupero delle somme investite.

Tuttavia immaginare che si possa fare un salto in poco tempo verso un mondo fatto tutto di fonti rinnovabili e che tutto dipenda dalla “volontà politica” è un errore che rischia di ingannare l’opinione pubblica. Anche la strada dello sviluppo delle rinnovabili è seminata di ostacoli economici, tecnici, ambientali e sociali e il miglior modo per superarli non sta nei proclami ambiziosi, ma nell’impegno continuativo di tutti gli attori coinvolti.

di Luigi De Paoli, senior professor di economia e politica dell'energia

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