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Il diritto allo studio che vince sulla guerra

, di Andrea Celauro
Con iniziative e programmi specifici, come il forced migrants students', l'Universita' Bocconi e' al fianco degli studenti e delle comunita' in fuga dal proprio paese. Perche' l'inclusione passa anche per il sostegno di chi non ha potuto scegliere liberamente di spostarsi

Inclusività, un valore radicato nell'anima dell'Università Bocconi che prende forma ogni anno accogliendo, sostenendo e valorizzando una comunità di persone composta da 124 nazionalità, con diversità di genere, di credo religioso, di cultura e di esperienze, nella convinzione che nella sua diversità risieda la ricchezza di un'istituzione. Con questo spirito e in coerenza con questo impegno, l'Università interviene per sostenere non solo chi ha scelto, ma anche chi è stato costretto a lasciare il proprio paese e rischia così di non poter concludere il proprio percorso di studio. È il caso delle diverse iniziative di supporto ai 'forced migrant students', iniziative che in questi mesi hanno aperto le porte dell'Università a 12 studenti ucraini, 2 studenti afghani e le apriranno nelle prossime settimane a 3 studenti rifugiati in Malawi, Camerun e Mozambico che arriveranno in Bocconi nell'ambito del progetto UNICORE. A questi progetti se ne aggiungono altri che allargano il raggio di azione non solo agli studenti, ma a tutta la comunità ucraina milanese: il programma di sviluppo Ukrainian Community Empowering Program dell'Università e UASI, l'unità di supporto giuridico nata in seno al Bocconi Lab in European Studies (BLEST) all'indomani dello scoppio dell'invasione russa in Ucraina.

"I rifugiati sono tra i gruppi più emarginati della società e devono affrontare un futuro incerto. Offrire ad alcuni di loro l'opportunità di studiare permette loro di costruire un futuro migliore", spiega Catherine De Vries, prorettrice per la Diversità e l'Inclusione della Bocconi. "Sono molto orgogliosa che la comunità della Bocconi si sia impegnata in un'iniziativa a favore degli studenti rifugiati".



Ucraina. Sono 12 gli studenti universitari accolti in questi mesi, con l'obiettivo di consentire loro di continuare i propri studi e di non abbandonare l'esperienza universitaria: di questi, 8 hanno partecipato alla summer school estiva della Bocconi, mentre 4 sono attualmente visiting students per l'anno accademico 22/23, con tasse, pasti e accomodation a carico dell'Università). Tra loro anche Vira Turchyn, 19 enne al terzo anno in Actuarial and Financial Mathematics alla National Technical University of Ukraine, fuggita da Kyiv allo scoppio del conflitto: "La guerra ha stravolto i piani di milioni di persone in Ucraina e in altri Paesi europei. La mia famiglia non fa eccezione e ho dovuto pensare a come continuare la mia istruzione", racconta Vira. "Sono felice che grazie all'Università Bocconi potrò trascorrere il prossimo anno di studi in una delle migliori università italiane. Il mio sogno è tornare a casa e aiutare il mio Paese a risanare l'economia, applicando le conoscenze che posso ottenere in Bocconi".

Afghanistan. Accoglienza, e una full scholarship, anche per due studenti fuggiti dal paese in seguito alla riconquista del potere da parte dei Talebani. I due giovani, Fatima Haidari, di Herat, e un ragazzo di Kabul, sono attualmente iscritti al primo anno del Bachelor in International Politics and Government della Bocconi. "Non avrei mai immaginato di poter entrare alla Bocconi quando a 7 anni facevo la pastora o quando mi esercitavo a leggere e scrivere sulla sabbia in Afghanistan, ma ho creduto nella bellezza dei miei sogni", racconta Fatima. "Non ho avuto un percorso facile per arrivare qui perché ho dovuto lottare per ottenere i diritti fondamentali che la maggior parte degli studenti ha, quindi sono davvero grata dell'opportunità che la Bocconi mi ha dato. Cercherò di fare del mio meglio per plasmare il mio futuro nel modo che sto sognando. Per me la Bocconi è una grande vittoria, dopo la grande perdita che ho dovuto subire per mano talebana".

Africa. La Bocconi è anche parte del progetto University Corridors for Refugees (UNICORE) realizzato con UNHCR, Caritas, Diaconia Valdese e 32 Università italiane. Nell'ambito di questo progetto sono in arrivo da Malawi, Camerun e Mozambico tre studenti lì rifugiati perché in fuga dal proprio paese di origine. Tra loro, una studentessa comincerà il master of science in Marketing management, gli altri due il master of science in Economics and Management of Government and International Organizations. Dikonzo Akili Alembe, che studierà al GIO: "Come rifugiato della Repubblica Democratica del Congo che ha vissuto in un campo profughi per più di dieci anni, non avrei mai pensato di proseguire gli studi universitari e di frequentare un'università prestigiosa come la Bocconi grazie a questa fantastica borsa di studio. La mia scholarship all'Università Bocconi significa molto per me. Significa emancipazione, perché ora mi sento emancipato. È anche una spinta per la mia carriera, perché i due anni all'Università Bocconi mi forniranno le conoscenze e le competenze necessarie per emergere nel mercato del lavoro e avere successo".