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Le crisi rinsaldano l'Unione, non la indeboliscono

, di Pietro Masotti
Da attache' per le procedure d'infrazione alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Ue, l'alumnus Giancarlo Viola riflette su alcuni dei luoghi comuni sull'Istituzione, che i fatti recenti stanno smentendo

"Mi considero uno dei pochi fortunati che oggi lavora esattamente su quello per cui ha studiato, nel mio caso il processo di integrazione europea". Giancarlo Viola, ex laureato Clapi in Bocconi, da poche settimane ricopre il ruolo di attaché per le procedure d'infrazione all'interno della Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea, un ufficio che, per una singolare ricorrenza, era stato anche la sua prima destinazione all'indomani della laurea in Politica economica europea ottenuta discutendo una tesi sulla divisione di competenze tra UE e Stati membri, scritta proprio negli anni in cui era in corso il tentativo , poi naufragato, di approvazione di una Costituzione europea. "Dopo altre esperienze e soprattutto più di dieci anni trascorsi qui a Bruxelles a fare lobbying istituzionale per la Regione Lombardia, sono tornato nell'ufficio che rappresenta gli interessi dell'Italia. Essere l'immagine del proprio Paese è un'emozione, ma anche una grande responsabilità".

Nel ruolo attuale Viola si occupa in particolare di applicazione del diritto europeo nei settori dei trasporti, della tassazione, dei servizi finanziari e del mercato interno, temi sui quali le Istituzioni europee e in particolare la Commissione e la Corte di Giustizia chiedono all'Italia di adeguarsi alla normativa. "È un ruolo con un turn over piuttosto serrato; il mio incarico dura due anni e può essere rinnovato fino a un massimo di otto", spiega il funzionario. "Spero di avere tempo e modo di allargare le mie competenze anche ad altri ambiti come quelli di policy, ovvero come si forma la normativa europea ordinaria e dunque di rappresentare l'Italia anche in questi processi. L'UE è un organismo sovranazionale sui generis nel quale, da Trattato, alcune competenze sono cedute dalle Istituzioni nazionali; il processo di integrazione segue dunque fasi cicliche di alti e bassi, subendo anche condizionamenti di eventi esterni come la Brexit, il Covid, l'attuale guerra in Ucraina. Si tratta di eventi che mettono a rischio l'Unione ma, allo stesso tempo, in qualche modo la rinsaldano. L'invasione russa dell'Ucraina, per esempio, ha dato all'UE l'occasione per rafforzare quel ruolo in politica estera che è sempre stata accusata di non esercitare".

Allo stesso modo, secondo l'alumnus Bocconi, le crisi stanno via via facendo cadere altri luoghi comuni sull'Europa come quello secondo cui le Istituzioni europee siano bloccate e non in grado di prendere decisioni rapide ed efficaci. "Anche questa critica è superata dagli eventi", conclude Viola. "Lo stesso vincolo dell'unanimità ricorre ormai in poche materie come politica estera, difesa e governance economica, ma su tutte le altre questioni, quelle più vicine alla vita quotidiana dei cittadini, come per esempio trasporti, agricoltura, mercato interno, energia, è già in vigore da tempo un meccanismo di maggioranza qualificata che rende il processo decisionale dell'UE più efficiente ed incisivo".