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Tutte le bollicine hanno la loro identita', comunichiamolo

, di Davide Ripamonti
Communication External Relations Director del Gruppo Lunelli, l'alumna Camilla Lunelli racconta come la moderna comunicazione digitale si mescola a quella piu' tradizionale

Probabilmente è l'unica azienda il cui nome supera, per riconoscibilità, quello della Doc di cui fa parte. Perché Cantine Ferrari ormai rappresenta le bollicine italiane nel mondo, grazie alla qualità dei suoi vini e a campagne di comunicazione di grande effetto. Dietro la cui realizzazione c'è soprattutto una persona, Camilla Lunelli, Communication & External Relations Director del Gruppo, alumna Bocconi come il cugino e presidente Matteo, ma anche, e soprattutto, uno dei rappresentanti della terza generazione della famiglia che, dal 1952, possiede e guida l'azienda. "I social rappresentano il futuro della comunicazione e noi ci crediamo molto, ma nel nostro mondo, che si basa ancora per fortuna sulla qualità del prodotto, rimangono efficaci forme di comunicazione più tradizionali, come per esempio la presenza sulle guide più importanti e l'apprezzamento degli opinion leader", spiega Camilla Lunelli, "oppure le partnership con eventi sportivi di grande impatto, come quelle che abbiamo siglato di recente con la Formula 1 e la America's Cup". Accennavamo prima alla Doc, una Denominazione d'origine, la Trento doc, piccola anche se in crescita, che conta su 55 soci e che produce una quantità di bottiglie tutto sommato contenuta, la gran parte delle quali proprio da parte di Cantine Ferrari, e che fa della qualità e delle caratteristiche uniche del suo territorio i propri punti di forza: "Ci sentiamo un po' l'azienda bandiera di questa terra", continua Camilla Lunelli, "e ci fa piacere che gli altri produttori riconoscano lo sforzo che stiamo facendo a favore della Denominazione nel suo complesso. Considero che sia parte della nostra responsabilità sociale d'impresa. Da questo territorio prendiamo ed è giusto che restituiamo". E il richiamo al territorio è un valore a cui Camilla Lunelli crede molto e che per fortuna incomincia a venire recepito anche all'estero, dove fino a qualche anno fa, quando si parlava di bollicine, il gigante champagne fagocitava tutto il resto: "A fine 2020 un autorevole critico sul New York Times sosteneva che così come quando si parla di vini rossi, non esistono solo quelli della Borgogna, nel settore delle bollicine non c'è solo lo champagne, ma ogni bollicina ha la propria identità, che è quella del territorio in cui nasce". Il Gruppo Lunelli, di cui Cantine Ferrari è parte (insieme con i marchi Tenute Lunelli, Surgiva, Segnana, Bisol 1542 e il ristorante stellato Locanda Margon), è un'azienda familiare. È importante, nella comunicazione, sottolineare questo aspetto? "Molto, perché rappresenta una garanzia di determinati valori, come quello della sostenibilità, a cui crediamo molto. Ma non deve essere un limite. Per le dimensioni che abbiamo, e per quelle che vogliamo raggiungere, siamo aperti ai talenti esterni che possano aiutarci nel nostro processo di crescita".

Biografia
Camilla Lunelli, Communication & External Relations Director del Gruppo Lunelli, laureata in Economia politica nel 2000: "La Bocconi è stata per me una grande palestra per aprirmi al mondo, grazie certamente all'eccellenza della sua didattica, ma soprattutto all'internazionalità del corpo docente e degli studenti. Il periodo di scambio che ho trascorso a Parigi e lo stage a New York sono stati momenti fondamentali nella mia formazione, che adesso vengono dati quasi per scontati ma che oltre 20 anni fa poche università potevano offrire".