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Giurisprudenza, vent'anni dopo

, di Andrea Celauro
Nel 1999 partiva la prima edizione del Clmg. A due decenni distanza i ricordi di alcuni dei primi laureati e un convegno il 18 e 19 ottobre

Il corso di laurea in Giurisprudenza in Bocconi compie vent'anni. Un giro di boa importante che la Law School ha deciso di festeggiare con una due giorni di ricordi e approfondimenti il 18 e 19 ottobre e con una cena di gala alla quale è associata anche una raccolta fondi per la creazione di una borsa di studio. Dal 1999, da quando è stato attivato il primo corso quadriennale in legge (Clg), fino alla sessione di laurea di luglio 2019 dell'attuale quinquennio Clmg, sono stati 3.400 i laureati che hanno indossato toga e tocco provenendo da questo percorso di studi.

"Oggi il Clmg pone in relazione la cultura giuridica nazionale, che affonda le sue radici nella tradizione europea, con le esigenze della società contemporanea", spiega Mariateresa Maggiolino, direttore del corso di laurea. "La nostra è infatti una società globale e digitale che chiede al giurista di saper coniugare diverse forme di sapere e linguaggio".

È un corso di laurea, il Clmg, fatto da migliaia di storie, migliaia di volti, migliaia di esami e aneddoti che, in attesa di essere riportati a galla sul palco Bocconi durante le celebrazioni, vivono nella memoria dei membri della primissima coorte del corso. Ricordi indelebili, come quello legato "alla 'macchia nera' che Giovanni Iudica distribuiva a piene mani durante le lezioni di diritto privato", scherza Benedetta Della Rovere, oggi cronista di giudiziaria, di politica e di economia per l'agenzia stampa LaPresse: "Chiunque fosse sorpreso a chiacchierare o disturbare veniva 'marchiato'. Un segno distintivo che all'esame veniva ricordato in maniera minacciosa e ironica allo stesso tempo".

O come quello che coinvolge il professore di matematica Lorenzo Peccati, di cui è protagonista Loredana Carletti, alumna oggi private markets head of structuring presso Amundi AM a Parigi: "Sono stata invitata a Roma due volte per un'iniziativa promossa dall'Accademia dei Lincei sul concetto di calcolabilità giuridica e ogni volta ho incontrato il professor Peccati. Abbiamo scherzato sul fatto che quando in Italia c'è un'iniziativa che avvicina l'economia e la matematica al diritto, si crea un microclima che permette di ritrovare vecchi studenti del corso".

Questo aspetto – l'opportunità di approfondire nel corso sia il diritto che l'economia – è sottolineato spesso dagli alumni parlando del Clmg: "Ho acquisito delle competenze in tema di diritto e impresa che, nella mia esperienza, risultano ancora uniche nel panorama universitario italiano", racconta Roberta Lacagnina, head of group regulatory compliance presso Assicurazioni Generali s.p.a. "Parlando della compliance, poter coniugare la conoscenza delle norme con la consapevolezza dei meccanismi di funzionamento dell'azienda fa la differenza: il supporto offerto ai colleghi e all'azienda è senz'altro più completo, adeguato ed efficace. La stessa considerazione vale anche in materia di personal data protection, di cui pure la mia funzione è chiamata a occuparsi".

Lo ribadisce anche Edmondo Mostacci, che dai banchi della prima coorte del corso è passato dall'altra parte della barricata e oggi, proprio in Bocconi, è docente di diritto costituzionale: "Uno degli aspetti del corso di laurea più importanti è il mix di conoscenze giuridiche ed economiche che l'università mi ha fornito. Le seconde sono un complemento necessario alla preparazione di un giurista contemporaneo. Ciò che più conta è l'abitudine all'approccio interdisciplinare, il pungolo a non ritirarsi in quelle 'ontologie regionali' (secondo una bella definizione di Edmund Husserl) che frammentano il sapere e lo rendono alla lunga inservibile per il progresso culturale e sociale della comunità".

Ma nella memoria degli alumni del corso non c'è solo il taglio economico dello studio del diritto. Un altro aspetto chiave è quello che ricorda Luigi Gallinoni, responsabile legale degli affari societari in Ferrari: "Durante l'international week del mio terzo anno di corso, Vittorio Colao consigliava a noi studenti di non perdere l'opportunità di un exchange program quale miglior ricordo del suo corso in Università e già alla fine del terzo anno partivo per il mio scambio alla Ucla. Il suo si è rivelato un ottimo suggerimento".

In questo, gli fa eco Federico Vasoli, avvocato a Milano, managing partner di dMTV Global: "Il corso di laurea in Giurisprudenza in Bocconi mi ha lasciato conoscenze, rapporti umani e lo stage a Pechino che mi ha cambiato la vita. Se vivo a Malta e scrivo da Hanoi, il fattore scatenante fu proprio quell'esperienza in Cina".

La carta vincente del corso, secondo gli alumni, è dunque l'utilità delle esperienze così a tutto tondo. La riprova sono i dati relativi al placement: dall'ultima edizione delle indagini occupazionali emerge che il 95% dei laureati è occupato a un anno dalla laurea. Sempre a un anno dal titolo di studio, il 71,6% degli occupati svolge un praticantato e a cinque anni l'81,3% di coloro che hanno sostenuto l'esame di stato ha ottenuto l'abilitazione alla professione forense.

"I nostri laureati si dispongono a comprendere e governare i cambiamenti e i conflitti", conclude Maggiolino. "Anche quelli imposti dallo sviluppo dei mercati e dallo sviluppo tecnologico, forte dei principi e delle regole che informano la nostra comunità politica".