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Fare comunita' a ogni latitudine

, di Andrea Celauro
Dalle Marche alla California, passando per la Cina e l'Australia. Chi sono, e cosa fanno, gli area leader della BAA

C'è Comunità: dal latino communitas, comunanza. Un insieme che non è solo vicinanza fisica, ma condivisione di valori e interessi. Quella degli alumni Bocconi è una comunità di oltre centomila persone, organizzate dalla BAA in 73 chapter e aree in 34 paesi di 5 continenti. Una comunanza che vive grazie al lavoro dei leader locali, attivi nel trovare le attività più giuste per coinvolgere la propria base.

"Sono area leader di Ascoli-Fermo-Macerata dal 2011, ma mi occupo degli alumni marchigiani dal 2007", racconta la marketing manager Daniela Martino. Per fare comunità sul territorio, secondo Daniela, servono due cose: "Da un lato, studiare da chi è formata la popolazione di alumni per capire quali eventi professionali possono essere di maggiore interesse; dall'altro, guardare al territorio stesso, in una logica di scambio reciproco di contenuti di valore". Ne sono esempio gli eventi che l'area organizza in collaborazione con l'Arena Sferisterio (come l'incontro di luglio in occasione della prima della Madama Butterfly con il docente Bocconi Andrea Rurale), ma anche l'avvio di una raccolta fondi tra gli alumni da destinare a una futura borsa di studio per uno studente proveniente dalle zone colpite dal terremoto del 2016.

Gianpaolo Camaggio, managing director di SinoGlobal investment advisory, oggi è area leader di Bari ma in passato è stato chapter leader a Pechino: "Per me sviluppare la comunità è sempre stata la possibilità di coinvolgere persone con interessi comuni, che condividono la stessa base di valori e che trovano nel gruppo BAA un punto di riferimento", spiega. "Proprio per questo, quando sono tornato a Bari dopo sei anni in Cina, ho voluto ricominciare a farlo". Della sua esperienza di chapter leader, Camaggio sottolinea un aspetto: "Quando sei all'estero ti identifichi ancora di più nei valori della comunità di appartenenza e capisci ancora meglio quanto marcatamente la tua università abbia segnato il tuo percorso". Oltre al fatto che, in un paese straniero, torna sempre molto utile mettere insieme "esperienze e giudizi sulla realtà locale".

Giudizi, consigli e un vero e proprio servizio di orientamento per chi vuole capire come muoversi al meglio nella nuova realtà: è quello che offre il chapter di Sydney, guidato dallo scorso anno da Anastasia Di Carlo, associate director presso Quentin Ayers, società di investment advisory: "Puntiamo molto sugli eventi di networking, obiettivo prioritario per il nostro gruppo. Il desiderio, infatti, è che il chapter diventi sempre più il punto di riferimento per la nostra comunità di alumni. Il nostro è anche un lavoro molto pratico di aiuto per i visti, di consigli di lavoro e di condivisione di esperienze". Perché il network è anche possibilità di cogliere opportunità che magari non si presenterebbero: "Come occasioni di internship o stage per gli studenti in scambio".

D'altronde, un lavoro di fine networking è necessario quando si rappresenta la Bocconi e la BAA da così lontano. Lo conferma Pietro Bonanno, chapter leader di San Francisco: "Ho instaurato un rapporto personale con ciascuno dei membri", racconta l'alumnus. "Ho notato che ciò che è utile, per creare coinvolgimento, è chiedere alle persone di raccontarsi. È dalle storie di ognuno che nasce il senso di comunità". Diverse le attività organizzate dal chapter in questo senso: "Sono molto apprezzati gli eventi con ospiti di rilievo, come gli incontri con il presidente della BAA Riccardo Monti o con Guido Quaroni (vp of software r&d di Pixar). E ci vengono richieste due cose: eventi in collaborazione con gli alumni delle altre università (qui orbitano sette atenei) ed eventi dedicati all'imprenditoria, dato che siamo nella culla dell'innovazione".

Insomma, che siano vicini o lontani, le storie di Daniela, Gianpaolo, Anastasia e Pietro raccontano un solo messaggio: che la comunità è sempre, pienamente, comunanza