Tre modi per essere alumni. E aiutare la community
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Tre modi per essere alumni. E aiutare la community

TIME, TALENT E TREASURE. GIANLUCA, LAURA E KIM RACCONTANO IL LORO RAPPORTO E IL LORO IMPEGNO PER L'ALMA MATER

C’è un motto che è stato fatto proprio dalle comunità di alumni nei paesi anglosassoni: è Time, talent and tresure, ossia tempo, talento e sostegno economico. Il motto riassume, non solo idealmente, l’impegno degli alumni nel tessere la relazione con la propria community. Si tratta di spendersi, mettendo a disposizione degli altri il proprio tempo, di curare in molte forme la promozione del talento personale, di aiutare con gesti concreti, come il finanziamento di borse di studio, lo sviluppo dell’alma mater.
L’idea è che ognuno possa dare qualcosa indietro a chi viene dopo di lui.

Prendendo spunto dal motto abbiamo chiesto a tre alumni, per ciascuno dei tre elementi, di raccontare la propria esperienza sul rapporto speciale che li lega alla Bocconi e sul loro sentirsi parte di una comunità.
Gianluca Colombo, solution manager di Dell Emc, diplomato in SDA Bocconi all’Embas 14, rappresenta bene il tempo dedicato all’associazione e ai suoi alumni. «Sono leader del topic sull’innovazione e la digital transformation, un team eccezionale con il quale diamo vita a numerose iniziative», racconta. «L’attività con la BAA può essere molto intensa, come sa bene la mia famiglia, ma come tutte le cose che fai con passione, non pensi troppo alle conseguenze». Una passione che nasce «dal ritrovarsi molto nell’impegno verso il continuous learning che è alla base di molte delle attività della BAA. Il give-back, il sentire di voler restituire parte di ciò che si è ottenuto, prende anche questa forma: mettersi al servizio della conoscenza degli altri, creando per esempio, occasioni di incontro e di interesse professionale».

Il tempo, dunque. E poi il talento e la sua promozione. Questi sono il lavoro di Laura Bruno, direttore Hr di Sanofi, e anche la sua attività in seno alla BAA. Consigliere del Career advice, il servizio dedicato allo sviluppo professionale dei soci, nell’associazione sta lavorando al potenziamento del mentoring, allo sviluppo del coaching e alle attività di autovalutazione (personal assessment), in collaborazione con SDA Bocconi, per creare strumenti che consentano di avere uno spaccato delle proprie competenze e, quindi, di potenziarle. «Il capitale umano è il vero valore differenziale delle aziende», commenta Laura. «Si stima che nel 2025, circa il 30-40% delle professioni saranno diverse da quelle attuali. In questo panorama, sviluppare il talento e la velocità di adattamento è un elemento chiave. Ttutti noi abbiamo dei talenti, si tratta solo di svilupparli lavorando sui punti di forza e su quelli di debolezza».

Infine, il sostegno economico. Kim Salvadori, laureata in finanza nell’ottobre del 2013, lavora a Londra per Goldman Sachs dove è associate e si occupa di leveraged finance, ovvero di emissione primaria di debito per le aziende. «Ho contribuito a promuovere qui, tra gli alumni del chapter londinese, la campagna Una sfida possibile dell’Università. Quando sono arrivata a Londra ho visto quanto è diffusa l’idea del charity e del sostegno alla propria alma mater». Kim, lei stessa donatrice per il progetto BAA Scholarship fund, si è spesa in questi anni per diffondere anche tra gli italiani la stessa abitudine. «Il concetto che sto cercando di trasmettere è che, a differenza di quanto pensiamo solitamente in Italia, non sono solo i grandi donatori e dare un contributo. Al contrario, è importante che ognuno, anche in piccolo, faccia la propria parte».
Tre alumni, tre modi diversi di dare un contributo allo sviluppo della comunità. Ma tre modi complementari, perché una T non esclude l’altra e le storie personali di Gianluca, Laura e Kim sono in realtà un misto di tutti e tre gli elementi. Tutto con un unico fine: mettersi al servizio dei propri ex colleghi.
 

di Andrea Celauro

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