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Citta' agili e a misura di lavoratore

, di Claudio Todesco
Chiara Bisconti, alumna Bocconi e assessore di Milano, da tre anni promuove la Giornata del lavoro agile. Ripensare gli spazi e wi fi: cosi' i comuni acquistano valore

«Chiamiamolo lavoro agile», propone Chiara Bisconti, assessore al Benessere, qualità della vita, sport e tempo libero, risorse umane, tutela degli animali, verde, servizi generali del Comune di Milano. «È un termine che abbiamo coniato a Milano ed è usato nel disegno di legge in discussione». Laureata in Bocconi nel 1991, in aspettativa dalla posizione di hr director di San Pellegrino per «mettermi al servizio della comunità», Bisconti è la promotrice della Giornata del lavoro agile, la cui terza edizione è il 18 febbraio 2016.
Il lavoro agile è un valore per la città?
Lo è, perché può cambiare profondamente la qualità della vita e l'impatto sull'ambiente. Lo dicono i dati che abbiamo misurato durante le Giornate del lavoro agile cui hanno aderito 8mila persone: ogni lavoratore ha percorso 50 chilometri in meno con l'automobile e ha risparmiato due ore del suo tempo. Il risultato è una riduzione dei picchi di traffico d'ingresso in città e di emissioni di CO2. Mi piace pensare che le due ore risparmiate possano essere occupate per essere cittadini attivi. La città che si attrezza strutturalmente per facilitare il lavoro agile è una città più ospitale in senso lato.
Che cosa possono fare i comuni per agevolare lo smart working?
Possono stimolare la riflessione sui luoghi di lavoro innovativi, come gli spazi di co-working. Diffondere il wi-fi anche all'aperto, con le isole digitali. Ripensare gli spazi, per esempio attrezzando le piscine con tavoli e sedie dove è possibile lavorare o studiare fruendo del wi-fi gratuito.
Si registrano resistenze all'idea di lavoro agile?
Ce ne sono di due tipi. La più forte proviene dal campo dei datori di lavoro, che temono di perdere il controllo sulle performance dei lavoratori. Eppure uno degli effetti positivi ottenuti dalle aziende con l'introduzione del lavoro agile è proprio lo spostamento dell'attenzione dal tempo passato in ufficio ai risultati raggiunti. Il lavoro agile non comprime la libertà individuale in luoghi e orari precisi e perciò permette alle persone di autoregolarsi.
E il secondo tipo di resistenza?
Riguarda la copertura contrattuale del lavoratore agile che oggi può essere oggetto di controversie legali e assicurative. I due aspetti saranno sanati con l'introduzione della legge in discussione in Parlamento. Ora si tratta di rassicurare le Pmi italiane circa la sicurezza e i vantaggi di questa nuova forma di lavoro.
Le pubbliche amministrazioni sono a loro volta grandi datori di lavoro: Milano usa lo smart working?
Il Comune di Milano è un datore di lavoro per 15mila persone, con le partecipate si arriva a 30mila. Stiamo portando negli uffici le pratiche di lavoro agile. Abbiamo introdotto orari flessibili e sburocratizzato alcuni aspetti legati ai permessi. Stiamo mettendo a punto una piattaforma informatica che consentirà ai dipendenti di lavorare ovunque nelle sedi del Comune diffuse sul territorio.
È stata l'attività di hr director a ispirare il suo impegno verso lo smart working?
In Nestlé, dove lo si pratica da sette-otto anni, ho toccato con mano i vantaggi del lavoro agile. Mi è sembrato naturale promuoverlo su scala cittadina.