Olivia ti dice quanti clienti avrai oggi
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Olivia ti dice quanti clienti avrai oggi

GRAZIE AGLI ALGORITMI, LA STARTUP INCUBATA DA B4I OTTIMIZZA LE STIME SUI FLUSSI E PERMETTE ANCHE DI EVITARE LO SPRECO ALIMENTARE, COME SPIEGA L'A.D. FRANCESCO TANSELLA

È nata durante la pandemia quando il settore della ristorazione viveva un forte momento di crisi tra restrizioni di movimento e incertezza sul futuro. Adesso Olivia declina la capacità dell’Intelligenza Artificiale (IA) non solo in un’ottica di consolidamento del business grazie a stime più accurate sui flussi attesi di clienti ma puntando anche a ridurre lo spreco alimentare che rimane molto alto nel comparto. La startup cresciuta grazie a B4i-Bocconi for innovation, acceleratore dell’Università Bocconi, risponde a domande come “Quanti clienti entreranno oggi nel mio locale?” e addirittura “Cosa ordineranno?”, in modo da “ottimizzare gli ordinativi ai fornitori, decidere il numero di personale necessario in cucina e in sala, organizzandolo di conseguenza”, racconta Francesco Tansella, a.d. di Olivia, società sviluppata su Zoom dall’idea di un gruppo di studenti della Scuola Superiore Sant'Anna e della Normale di Pisa.

Il risparmio possibile è pari a 10 volte quanto investito da un ristoratore in Olivia o, in media, più di un quarto dell’ebitda dell’esercizio commerciale, sempre secondo Tansella che ci tiene a sottolineare come “nei ristoranti più piccoli ma anche nelle catene più grandi ci sia uno scoglio psicologico da superare perché spesso l’imprenditore, persino in centri economici importanti come Milano, pensa di poter fare da solo”, non cogliendo l’impatto della capacità predittiva dell’IA. Olivia, infatti, lavora come una web app che elabora ogni giorno i dati storici del singolo ristorante, abbina calcoli anche su dati terzi come gli eventi locali in calendario, o le previsioni meteo, e comunica i risultati all’imprenditore o al manager coprendo un lasso temporale che arriva fino ai due mesi. Allo studio c’è una versione mobile di Olivia, ma quello che è importante cogliere, chiosa Tansella, è che “i benefici si riflettono anche sulla soddisfazione dei clienti perché diventa minimo il rischio di rimanere senza materie prime e quindi piatti previsti nel menu”.
 

di Camillo Papini

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