Il grande impatto del volontariato
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Il grande impatto del volontariato

LE ESPERIENZE PER GLI ALTRI, CHE SI TRATTI DI DONARE IL PROPRIO AIUTO O DI LAVORARE PER UN PROGETTO CHE VUOLE DARE UNA MANO AL TERRITORIO, CAMBIANO LA PROPRIA PROSPETTIVA SUL MONDO, COME RACCONTANO STUDENTI E ALUMNI DELLA BOCCONI. UNA VISIONE, QUELLA PER UN IMPATTO POSITIVO SULLA SOCIETA', NELLA QUALE L'UNIVERSITA' SI IMPEGNA CON DIVERSI PROGETTI

“Se ogni tanto ci fermiamo e pensiamo a cosa possiamo fare per gli altri, scopriamo che possiamo fare tanto. Possiamo avere un impatto molto più grande di quanto crediamo”. Lo afferma Gaia Romeri, 25 anni, che l’anno scorso, prima di laurearsi in Bocconi in Giurisprudenza, ha aiutato un’altra studentessa nell’ambito del Bocconi peer to peer tutoring project. Nell’anno accademico 2021/22, come emerge dall’ultimo Report di Sostenibilità della Bocconi, sono stati oltre 550 gli studenti che si sono interessati al volontariato, prendendo contatto con i canali attivi dei diversi progetti di social engagement dell’Università, un aspetto, quest’ultimo, sul quale l’Ateneo è fortemente impegnato nell’ambito della propria Terza Missione, ossia quella di promuovere e generare un impatto positivo sulla società e sul territorio.

Una Bocconi ad alto impatto
Diverse le iniziative e i progetti in corso, dal Desk Volontariato – gestito in collaborazione con il CSV (Centro Servizi Volontariato) e con l’Associazione studentesca Students for Humanity – che orienta ogni anno numerose studentesse e studenti verso opportunità di volontariato nell’area metropolitana di Milano, alla collaborazione ormai storica con Pane Quotidiano, l’associazione che, proprio a ridosso del campus Bocconi, eroga ogni giorno pasti per sostenere le fasce più povere della popolazione, alla Bocconi Community Volunteer Fair (l’ultima il 27 febbraio scorso), fino ad arrivare ai progetti quali Dai un senso al profitto, che, proponendo progetti sul campo e stage presso imprese sociali, ha l’obiettivo anch’esso di promuovere l’impatto sociale (il 30 marzo, la presentazione della XII edizione, qui tutte le info). Attività di volontariato che sono coordinate da Campus Life e che rendono operative le linee guida del Comitato Community and Social Engagement, nato nel 2008 e oggi presieduto dalla prorettrice alla Strategia Accademica e agli Affari Istituzionali, Myriam Mariani.

“L’impegno della Bocconi è teso ad avere un impatto positivo su tutta la società, ad iniziare dalla propria comunità e dal territorio di cui fa parte”, spiega Mariani. “La promozione e il sostegno alle attività di volontariato rientrano in questo obiettivo e sono uno dei tre pilastri sui quali si fonda il lavoro del Comitato, insieme alle attività di supporto alla mobilità sociale e al progetto Carceri, che vede l’Università impegnata nel dare una seconda opportunità ai detenuti di Opera e Bollate attraverso lo studio” (viaSarfatti25 ne ha parlato qui con l’annuncio del primo laureato del progetto e qui con la storia di Jhonatan). “Uno degli obiettivi del mio prorettorato”, continua Myriam Mariani, “è favorire la comunicazione su questi temi, per poter coinvolgere sempre più attori su questi progetti, per far sì che i potenziali beneficiari siano a conoscenza delle opportunità che possiamo offrire e per rendere l’Università sempre più attrattiva per studenti, docenti e staff che condividono questi stessi valori di inclusione, mobilità sociale e generosità”.

Gaia e Martina
Nel racconto di una visione del mondo fatta di impegno per gli altri, non possono non esserci le parole di chi quell’esperienza l’ha fatta. Magari senza andare lontano, ma partendo dalle necessità dei proprio colleghi di Università. Come Gaia, la cui testimonianza ha introdotto questo articolo. “Ho aiutato Martina, una studentessa di Giurisprudenza che soffre di dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, con l’esame di diritto commerciale”, racconta l’alumna. “Siamo riuscite, insieme, a trovare il metodo più efficace: registravo delle note vocali sulle varie parti del manuale e questo ci ha permesso di velocizzare l’apprendimento”. Gaia ha scelto il progetto di tutoraggio “perché, ho pensato, chi meglio di un altro studente, che ha studiato e che si è appassionato alla stessa materia e che la affronta tutti i giorni nel suo lavoro, può aiutare uno studente in difficoltà? Si può fare volontariato in tante forme, ognuno deve trovare la sua”. L’importante, comunque, “è diffondere il verbo del volontariato, che ti insegna una cosa fondamentale: ognuno di noi ha dei problemi e spesso i nostri, per quanto ci sembrino enormi, sono molto meno gravi di quelli degli altri”.

La merenda di Federico
Concorda Federico Venni, 22enne al primo anno della magistrale in inglese in Management, che dal dicembre 2022 presta servizio per la ‘merenda del sabato’ dell’Opera Cardinal Ferrari: “Ho trovato questa opportunità tramite il desk volontariato della Bocconi”, racconta. “Tutti i sabati pomeriggio prepariamo la merenda per le persone senza fissa dimora e organizziamo giochi e attività per passare insieme un pomeriggio in allegria. È un’esperienza che mi sta dando moltissimo: ho scoperto la bellezza e la gratificazione di fare qualcosa per gli altri senza avere nulla in cambio e sto imparando a gestire situazioni che prima mi avrebbero messo in difficoltà. All’inizio, ad esempio, temevo di essere invadente e di dare fastidio”. Ma fare volontariato “non è solo aiutare gli altri, ma è anche una vera scoperta di se stessi. Ti fa scoprire lati di te che non conoscevi, nascosti nella quotidianità della vita”. E se la quotidianità è fatta anche e soprattutto, per uno studente universitario, di esami per i quali doversi chiudere ore e ore in biblioteca, “staccare quelle quattro ore per mettermi al servizio in quel contesto, mi permetteva di ridimensionare l’ansia per lo studio e tornare poi sui libri con una consapevolezza diversa”.

Elisa per i neet
L’alto impatto sociale è stata la caratteristica anche dell’esperienza fatta da Elisa Doratelli, al secondo anno del Bachelor in International economics and finance, attraverso il progetto Dai un senso al profitto: “Mi piaceva l’idea del progetto, di poter lavorare sul campo in aziende che avessero come obiettivo l’impatto sociale. Ho svolto la mia attività presso al Sidip, una pmi che opera sul territorio di Bergamo e che si occupa di pulizie industriali e sanificazione”. Per l’impresa, Elisa e un’altra studentessa si sono occupate di realizzare un’analisi qualitativa e quantitativa di un progetto per la realizzazione di un’academy per la formazione professionale: “Era un progetto molto interessante perché aveva come l’obiettivo il coinvolgimento dei giovani neet (net in education, employment or training), quindi dal forte impatto per la comunità”. Un’esperienza che le ha permesso di crescere “e di mettere in pratica ciò che studiavo a lezione”. Soprattutto, “di vedere quanto le aziende, che spesso vengono considerate come entità separate dal loro territorio, possono avere un impatto notevole, positivo, su di esso”. 

Imprese attente al sociale
D’altronde “oggi l’attenzione delle imprese e dei flussi finanziari si sta concentrando sulle tematiche ESG e sulla finanza sostenibile”, aggiunge Giorgio Fiorentini, promotore del progetto Dai senso al profitto e responsabile, in seno al Comitato Community and Social Engagement, delle attività di volontariato. “Grazie a questo tipo di attività in imprese ad alto impatto sociale, gli studenti si allenano quindi ai linguaggi della sostenibilità. E non è più solo narrazione, è lavoro sul campo”.

E se da un lato Gaia, Federico ed Elisa si sentono cresciuti e migliorati da queste esperienze, dall’altro, come conclude lo stesso Fiorentini, sono le stesse aziende che lo notano quando si tratta di fare colloqui: “Oggi si presta molta attenzione a questi aspetti nel valutare un candidato, perché i recruiter capiscono che chi ha fatto queste esperienze coniuga il valore con i valori”.

di Andrea Celauro

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