La studiosa della diversita'
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La studiosa della diversita'

PAOLA PROFETA E' UNA DELLE MAGGIORI STUDIOSE ITALIANE DI DIVERSITY E TEMATICHE DI GENERE. AMBITI DI CUI SI OCCUPERA' ANCHE NEL SUO NUOVO RUOLO DI PRORETTRICE

Era una Bocconi molto diversa quella in cui, nel 1995, Paola Profeta, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche e nuova prorettrice per la Diversità, Inclusione e Sostenibilità, si è laureata, prima di frequentare il Ph.D alla Pompeu Fabra di Barcellona e di lavorare alla sua tesi alla Columbia University di New York. “Al Des, il corso che ho frequentato, il livello delle studentesse era molto alto e non sentivamo nessuna differenza tra ragazzi e ragazze. Ciò di cui sentivamo la mancanza, per lo meno io, era un modello di riferimento femminile nel corpo docente a cui ispirarsi”. Quello che è certamente lei oggi per le studentesse. Di acqua sotto i ponti da allora ne è passata parecchia, le cose sono cambiate radicalmente, anche se molto resta da fare, in Bocconi e fuori. E Paola Profeta, da anni, molte cose in tema di disuguaglianze di genere sta facendo. “Il mio ambito è sempre stato quello dell’economia pubblica”, dice, “alle tematiche di genere sono arrivata più tardi, in particolare partendo dal mercato del lavoro femminile e dalle policies per migliorare la situazione”. E non solo in campo accademico, perché Paola Profeta ha portato avanti le sue battaglie facendo parte di vari board e collaborando con il ministero, organizzazioni internazionali, osservatori e aziende, sempre con un ruolo da tecnico. “Le cose sono molto migliorate in questi anni, anche dentro l’Università, grazie all’impegno di alcune di noi e al supporto dei vertici. Ma il contesto esterno è cambiato a sua volta, ora la diversity è un indicatore importante anche per le aziende”, prosegue Paola Profeta. “In Bocconi, per esempio, abbiamo introdotto queste tematiche anche nei programmi dei corsi, e andremo sempre più in questa direzione. Un altro ambito in cui sarò impegnata insieme al prorettore per la Faculty sarà quello della carriera delle docenti donne”. Quando si è iscritta in Bocconi, la scelta del Des era dovuta alla sua forte componente matematica oltreché all’attenzione per le dinamiche sociali. Solo verso la fine del percorso universitario ha sviluppato l’idea della carriera accademica. Ma c’era quel ricordo delle sue aspirazioni di bambina: “Da piccola il mio sogno era insegnare, mi vedevo nel ruolo di maestra. Alla fine in qualche modo l’ho realizzato, anzi direi che mi è andata persino meglio”.

di Davide Ripamonti

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