Carlo sara' un buon re. Ma non cerchi di imitare Elisabetta
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Carlo sara' un buon re. Ma non cerchi di imitare Elisabetta

IL NUOVO SOVRANO HA SVOLTO UN LUNGO APPRENDISTATO DURANTE IL REGNO DI SUA MADRE, MA MOLTE DIFFICOLTA' SI PROFILANO ALL'ORIZZONTE. TUTTAVIA I BRITANNICI HANNO FIDUCIA IN LUI

di Justin Frosini, associato presso il Dipartimento di studi giuridici

"Impegno incondizionato" e "dedizione incrollabile" sono solo due delle tante espressioni che sono state usate per definire i 70 anni di regno della Regina Elisabetta. La grande stima e il profondo affetto che i britannici (e non solo) nutrivano per la Regina sono stati chiaramente dimostrati dalle interminabili code fuori da Westminster Hall, dalle folle lungo le strade di Londra e dagli oltre 4 miliardi di persone in tutto il mondo che hanno assistito ai funerali di Stato. Ma ora che il periodo di lutto nazionale è terminato, molti sono incerti su quale sia il futuro del Regno Unito sotto il regno di Re Carlo III e sotto il governo del nuovo Primo Ministro Liz Truss.

Detto molto schiettamente, Re Carlo non sarà in grado di emulare la Regina e anzi, se tiene alla Monarchia, non dovrebbe cercare di farlo. Sta succedendo a un gigante e non raggiungerà mai i livelli di soft power di sua madre. Deve regnare sul Paese con uno stile diverso, ma naturalmente il cammino del nuovo Re è disseminato di un buon numero di ostacoli. Innanzitutto, il monarca deve cercare di tenere lontano dai riflettori le faide familiari. L'apparizione del Principe Andrea ai funerali di Stato dovrebbe essere l'ultima. Una delle poche proteste contro i Reali durante il lutto nazionale è stata quella di un uomo che ha disturbato il Principe Andrea mentre il carro funebre della Regina attraversava Edimburgo. Andrea ha già macchiato abbastanza la Monarchia. Carlo deve anche gestire con grande attenzione i rapporti con il figlio Harry e la nuora Meghan. Si dice che il principe Harry abbia deciso di rimandare la pubblicazione delle sue memorie al 2023, forse per eliminare le pagine più critiche nei confronti del padre, della matrigna e del fratello. Questo potrebbe essere visto come un segno di buona volontà da parte del quinto in linea di successione al trono, ma i tabloid saranno costantemente alla ricerca di altri scandali reali che possano mettere in imbarazzo il Re.

Uscendo dalla cerchia della Famiglia Reale, possiamo aspettarci alcuni cambiamenti tra i 14 Paesi del Commonwealth che hanno ancora il monarca come capo di Stato titolare. Nei prossimi anni vedremo quasi certamente alcune di queste nazioni indire referendum per diventare repubbliche. Infatti, pochi minuti dopo aver firmato un documento che conferma lo status di Carlo III come nuovo Re, il Primo Ministro di Antigua e Barbuda ha dichiarato che avrebbe spinto per un tale referendum in modo da "garantire che siamo veramente una nazione sovrana". Alcuni osservatori hanno persino suggerito che Carlo potrebbe passare la guida del Commonwealth a uno degli altri 55 Paesi.
Sebbene la posizione di Carlo sulle questioni ambientali possa aiutarlo a relazionarsi con le generazioni più giovani, egli deve stare molto attento a rimanere politicamente neutrale, soprattutto nei suoi incontri settimanali con il Primo Ministro. Da un punto di vista costituzionale, in queste occasioni il Re potrà esprimere le sue opinioni e fornire consigli, ma il Primo Ministro non avrà alcun obbligo di seguirli. Se Re Carlo vuole evitare di trascinare la Monarchia in una controversia, deve essere percepito come al di sopra della politica e imparziale quando si tratta di svolgere le sue principali funzioni costituzionali. Sua madre era naturalmente un'epitome di imparzialità politica, mentre Carlo è stato criticato in passato per il suo coinvolgimento in questioni controverse con una dimensione politica. Nel 2005 un giornalista del Guardian ha chiesto la divulgazione della corrispondenza relativa a questioni ambientali tra l'allora Principe e vari ministri, che ha finito per essere risolta in tribunale quasi un decennio dopo. Non deve ripetersi, altrimenti il Re potrebbe provocare una crisi costituzionale.

Naturalmente, ci sono molte nubi che si profilano all'orizzonte per il Regno Unito, ma sarà compito di Liz Truss e del suo Gabinetto affrontare queste numerose sfide. E qui, in teoria, Re Carlo parte con un enorme vantaggio. Secondo il gruppo internazionale di ricerca e analisi YouGov, tre quarti dei britannici pensano che Carlo abbia fornito una buona leadership all'indomani della morte della Regina e tre su cinque si aspettano che sia un buon re. Al contrario, sempre secondo YouGov, la popolarità di Truss si attesta al 21% e quasi la metà della nazione pensa che sarà peggiore di ogni altro premier a partire da Margaret Thatcher. Il lutto nazionale ha indubbiamente unito i britannici e reso il Regno Unito degno del suo nome, ma non si può sorvolare sul fatto che le conseguenze della pandemia e della Brexit hanno lasciato al Regno Unito molte cicatrici.  Il Paese è attraversato da profonde tensioni territoriali - la Scozia vuole tentare di nuovo l'indipendenza e il governo dell'Irlanda del Nord è in sospeso a causa dello stallo del Protocollo; gli anni di Johnson hanno approfondito la sfiducia dell'opinione pubblica nei confronti della politica; la pandemia ha rivelato la necessità di investire maggiori risorse nel servizio sanitario nazionale, un tempo sacro, e naturalmente la nuova recessione e l'inflazione galoppante rappresenteranno una seria sfida per un Primo Ministro Tory che ha fatto una campagna elettorale all'insegna della bassa tassazione, ma che ora si è impegnato a trovare 130 miliardi di sterline per congelare le bollette energetiche del Paese.
Sia per il Re che per il Primo Ministro non sarà una navigazione tranquilla.
 

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