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Storie eccezionali di bocconiani non illustri

VOLONTà E IMPEGNO CONTINUANO A PAGARE, A PATTO DI SAPER SCEGLIERE LA PROPRIA STRADA. LO DIMOSTRANO LE 12 INTERVISTE A LAUREATI BOCCONI DI OGNI ETà E DI OGNI PROFESSIONE, RACCOLTE DA ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI

 

Isabella Bossi Fedrigotti
Domani anch’io
Storie di ordinario successo
Egea, Milano, 2005
204 pagine, 9 euro

I nomi di Elisa Menardo o Piercarlo Barioli non sono tra quelli più conosciuti dal grande pubblico. Eppure sono stati scelti, accanto ad altri dieci bocconiani altrettanto non illustri, per raccontare come possa dipanarsi una carriera di ordinario successo in un mondo dominato dal cambiamento e dall’incertezza.

A raccogliere le loro storie in forma di intervista in Domani anch'io (Egea, Milano, 2005, 204 pagine, 9 euro), con la sensibilità derivata dai tanti anni di contatto con i lettori del Corriere della Sera, è stata Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista con laurea, in lingue, alla Bocconi.

I dodici intervistati, nelle parole dell’autrice, sono protagonisti di “carriere strabilianti”, dove il successo non si misura solo in denaro e notorietà, ma soprattutto in soddisfazione personale e capacità di raggiungere gli obiettivi che ci si è posti.

Ognuna delle 12 storie è eccezionale, nel senso più profondo del termine, perché non corrisponde a nessuno stereotipo. La laurea è stata, per tutti, il più solido dei punti di partenza, ma ognuno di loro si è mantenuto vigile, continuando ad arricchire i due patrimoni che, secondo la postfazione di Severino Salvemini, docente di organizzazione alla Bocconi, si rivelano essenziali nel mercato del lavoro di oggi: apprendimento e impiegabilità.

La capacità di allontanarsi dai percorsi più consueti dimostrata dagli intervistati è stupefacente. Elisa Menardo, dopo una laurea in economia nel 1999, è diventata avvocato, e per giunta in Inghilterra. Allan Bay, milanese di 56 anni, dopo una vita da manager dell’editoria è ora uno dei più apprezzati giornalisti di enogastronomia italiani. Piercarlo Barioli si occupa di microcredito nel Sud del mondo. Maurizio Travaglini, romano di 41 anni, si vanta di avere lasciato, tre anni fa, “la più grande società di consulenza del mondo, a Londra, per aprire la più piccola società di consulenza del mondo, a Milano” e si occupa di progetti di cambiamento radicale in azienda. Diego Pastorino, dopo una vita da bancario, ha approfittato della rivoluzione digitale per aprire il primo sito di informazione finanziaria d’Italia. Alessandro Usai, invece, “era professore, è diventato cinematografaro”, avendo abbandonato la carriera accademica a poco più di 30 anni per diventare direttore generale di Cinecittà.

Anche i rappresentanti delle professioni più tipicamente bocconiane sono riusciti a interpretarle in modo eccezionale. Aldo Romani, dopo vari anni in diverse banche tedesche, è managerial advisor alla Banca europea per gli investimenti di Lussemburgo. Maria Francesca Carli si considera inglese di adozione, tanto da essere il managing director della sede londinese di Goldman Sachs. Giovanna Brambilla ha lavorato negli acquisti, vendite, marketing, logistica e risorse umane prima di mettersi in proprio come cacciatrice di teste.

Non mancano le storie promettenti, di talenti che hanno ancora tempo per sbocciare completamente, come quelli di Alice Repetto, 25 anni, e Danila Conte, 28 anni. Infine, in un libro che si occupa di successo, c’è anche una disoccupata. Diuska Luppi, 42 anni, ha abbandonato la carica di direttrice del Consorzio Chianti Classico per seguire il marito che si è trasferito a Londra e, ora, fa la mamma a tempo pieno. Ma per poco, a giudicare da quanto ha realizzato fino a oggi.

“Ciascuno, più che della sua (strabiliante) carriera”, scrive Bossi Fedrigotti, “racconta del metodo, della disciplina, delle scelte compiute e delle risposte date, delle perplessità e dei momenti decisivi: della strada fatta, insomma, e del modo in cui l’ha percorsa. In altre parole propongono, i dodici, un modello – sorprendentemente simile da caso a caso – che non è legato a un’epoca precisa, ma, al contrario, resta, appunto, buono e perfettamente funzionante ora come allora”.

Perché volontà e impegno, l’appoggio soprattutto morale della famiglia e una forte fiducia in se stessi “continuano a fare miracoli, anche in tempi poco miracolosi come i nostri”.

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di Fabio Todesco

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