Cosi' il paese cambia con noi
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Cosi' il paese cambia con noi

MATTEO DEL FANTE, A.D. E D.G. DI POSTE ITALIANE, ALUMNUS BOCCONI DELL'ANNO 2021, RACCONTA COME HA SVILUPPATO, IN PIENA PANDEMIA, LA TRASFORMAZIONE DIGITALE IN UNA AZIENDA CON 160 ANNI DI STORIA. PRAGMATISMO, MODELLI PIU' AGILI, SPIRITO DI SQUADRA E, COME STELLA POLARE, LE PAROLE DI ADRIANO OLIVETTI

Aver messo a disposizione la propria piattaforma per la campagna vaccinale contro il Covid-19 è l’atto più recente del percorso di trasformazione che sta portando Poste Italiane ad affiancare ai servizi tradizionali quelli di una tech company capace di trainare con sé una grande parte del paese. Il ruolo svolto durante tutta l’emergenza pandemica è tra le motivazioni che hanno convinto la Bocconi Alumni Community guidata da Silvia Candiani ad assegnare proprio all’amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane, Matteo Del Fante, il riconoscimento di Alumnus dell’anno. Laureato in Bocconi in Economia Politica nel 1992, Del Fante in quattro anni ha reso l’azienda che guida un caso di successo internazionale grazie alla velocità d’innovazione e all’evoluzione delle competenze delle sue persone.

Come si gestisce l’innovazione e la trasformazione digitale in una azienda che ha quasi 160 anni di storia ed è il primo datore di lavoro nel Paese?
“Mi fa particolarmente piacere rispondere a questa domanda perché, per dimensione e diffusione, Poste Italiane è il Paese in scala, per cui la trasformazione di Poste offre spunti a mio avviso interessanti ai fini della trasformazione digitale del Paese. Certamente complessa, la trasformazione digitale è indispensabile per un’azienda come Poste Italiane, con la sua storia, le sue dimensioni e i suoi molteplici business, in uno scenario globale nel quale la digitalizzazione nell’economia e nello stile di vita è fulminea e irreversibile. Ne è stata prova la pandemia che, costringendo a casa milioni di persone, ha favorito l’esplosione dell’e-commerce, soprattutto in Italia, dove ha conquistato milioni di nuovi eShopper e accelerato la diffusione dei pagamenti digitali. Noi ci siamo mossi in anticipo, rinnovando, in tempi non sospetti, la nostra infrastruttura logistica e tecnologica. Una trasformazione che proseguirà nel quadro del nuovo piano industriale ‘2024 Sustain&Innovate’. La pervasività della tecnologia e la continua evoluzione del mercato digitale hanno quasi completamente annullato la differenza fra progetti di business e progetti tecnologici. Questo ci ha fatto capire che Poste Italiane, l’azienda più fisica del Paese, in termini di presenza e dipendenti, dovesse diventare anche una tech-company”.

L’orizzonte di pianificazione IT è così passato da diversi anni a qualche mese. Quali cambiamenti organizzativi ha comportato questo nuovo contesto?
“Si è reso necessario un approccio adattivo che sfrutti metodologie di “test and learn” e prototipazione rapida, verso un modello più snello e agile. La parola d’ordine è stata ‘pragmatismo’, in primis con l’adozione progressiva del nuovo approccio che garantiva nativamente flessibilità, qualità e sicurezza, utilizzando il cloud come acceleratore strategico e tecnologico, e insieme con servizi e dati riutilizzabili trasversalmente dai diversi business dell’azienda, per centrare l’azione sul cliente. Per consentire tutto questo si è implementata una governance forte con accentramento dei dipartimenti di tecnologia delle società del gruppo, ponendo sotto la stessa regia le operation al fine di garantire coerenza di azione e maggiore trazione. Oggi il dipartimento che guida la trasformazione digitale dell’azienda conta circa 8 mila persone. Queste scelte hanno guidato massicci investimenti che hanno portato all’accumulo di uno stock di tecnologie e conoscenze che vengono messe a disposizione del Paese.

Quali sono le leve sulle quali ha agito come manager per promuovere questa transizione? Risorse umane, organizzazione, marketing…
“Tutte le leve citate sono risultate preziose per tradurre in concreto una tensione incessante per l’innovazione. In particolare, ho puntato a rafforzare lo spirito di squadra, che è oggi il generatore dei risultati eccellenti che stiamo ottenendo. Poste Italiane non sarebbe la grande azienda che è se non ci fosse l’impegno e la dedizione di tutti i 125 mila dipendenti, ognuno nel proprio ruolo. Credo che sia molto importante anche un riferimento al metodo di lavoro. La nostra stella polare è il motto di Adriano Olivetti: “Gestione audace nel piano, minuziosa nell’esecuzione, implacabile contro gli ostacoli”.

Alla presenza capillare sul territorio si è affiancata insomma un’analoga “prossimità digitale” che ha portato i servizi più vicino alle persone. Come convivono oggi queste due anime, la più tradizionale e la più avanguardistica?
“In Poste Italiane la tradizione e l’innovazione si integrano perfettamente. La rete degli uffici che ogni giorno offre servizi postali e finanziari a milioni di cittadini in tutta Italia e i portalettere che consegnano corrispondenza e sempre più pacchi e-commerce, cioè le due espressioni tradizionali della “fisicità” aziendale, convivono con i servizi digitali, le app, i servizi paytech e fintech…”

… il ruolo di provider dell’identità digitale Spid…
“Esatto. A questo proposito ne approfitto per ricordare che siamo il primo provider italiano, con oltre 20 milioni di identità digitali registrate, di cui 15 milioni di SPID abilitati durante i mesi di pandemia. Più dell’80% dei 20 milioni di SPID è stato rilasciato dagli uffici postali. Sono convinto che l’azienda tragga forza proprio dalla sua capillarità, dai suoi 12.800 uffici postali. Solo le aziende che mantengono la loro presenza fisica sul territorio possono avere un ruolo attivo nella digitalizzazione del Paese, perché il digital divide, non solo geografico ma anche intergenerazionale, continuerà per molti anni e dunque non si potrà fare a meno dell’infrastruttura fisica. Tra l’altro, senza una rete fisica così capillare, non potremmo nemmeno raccogliere e gestire i risparmi degli italiani, che da sempre contribuiscono allo sviluppo e alla competitività del Paese grazie alla realizzazione delle opere pubbliche e delle reti infrastrutturali”.

Da quali considerazioni è nata l’idea di mettere la piattaforma digitale di Poste a disposizione della campagna vaccinale?
“Fin dall’inizio della pandemia Poste Italiane ha dato prova di vicinanza ai cittadini e del proprio ruolo sociale nel Paese: non si è mai fermata, assicurando tutti i servizi essenziali, incluso quello relativo alla distribuzione dei vaccini fornito dal nostro corriere espresso SDA, che ha consegnato finora circa 20 milioni di dosi alle regioni italiane. Abbiamo dunque pensato di offrire la nostra agilità tecnologica alle istituzioni per favorire la campagna nazionale di vaccinazione e siamo stati incaricati di realizzare una piattaforma per le prenotazioni del vaccino e la raccolta dati da mettere a disposizione delle regioni. La nostra infrastruttura tecnologica permette di prenotare la vaccinazione online, tramite call center oppure tramite gli ATM Postamat e i palmari in dotazione ai portalettere. Poste Italiane ha così contribuito in maniera determinante alla campagna vaccinale, specialmente qui a Milano e in Lombardia. È stata anche per me l'occasione per restituire una parte di quanto ho ricevuto dall'Alma mater e dalla città che mi ha accolto molti anni fa da studente”.
 
Biografia
Nato a Firenze, 54 anni, sposato con due figli, Matteo Del Fante è Amministratore delegato e Direttore generale di Poste Italiane. La sua carriera inizia in JP Morgan prima ancora di laurearsi con lode in Economia politica in Bocconi. “Inizialmente, pensavo di approfondire gli studi in economia in un’università straniera e diventare economista”, ricorda Del Fante. “Ottenni anche una borsa di studio Fullbright per un dottorato negli Stati Uniti, ma vi rinunciai accettando uno stage da JP Morgan a Londra. Quella è stata la mia sliding door. Il lavoro in banca d’affari è stato una palestra importantissima che mi ha anche avvicinato allo studio dei dossier che il governo italiano sottoponeva alla banca attraverso il ministero dell’Economia e delle Finanze. Da lì è cominciata la mia carriera di manager nelle società partecipate dal Tesoro”. Si susseguono così gli incarichi da Direttore generale in Cassa depositi e prestiti, poi in Terna come a.d. e, dal 2017, in Poste Italiane. L’imprinting bocconiano però resta intatto. “L’insegnamento della Bocconi che porto sempre con me è senz’altro la cultura del merito”, conferma Del Fante. “In quelle aule mi hanno insegnato che il merito è la sola unità di misura da usare per giudicare il valore degli studenti e delle persone. Il merito di chi sa impegnarsi, capire, partecipare, senza usare scorciatoie e che diventa fondamentale quando si rivestono ruoli manageriali in aziende che forniscono servizi di interesse collettivo”.

di Emanuele Elli

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