L'intelligenza artificiale entra in sala riunioni
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L'intelligenza artificiale entra in sala riunioni

LE TECNOLOGIE E I BIG DATA SONO SEMPRE PIU' ELEMENTI FONDAMENTALI DEI PROCESSI DI DECISION MAKING. PER EVITARE ABUSI, ERRORI E DISUGUAGLIANZE NON SERVE MENO AI MA PIU' COMPETENZE E SOFT LAW A LIVELLO DI GOVERNANCE

di Maria Lilla' Montagnani e Maria Lucia Passador, rispettivamente associato e academic fellow presso il Dipartimento di studi giuridici

Durante la pandemia e subito dopo, l'AI si sta rivelando uno strumento essenziale per affrontare alcune delle complessità emerse. Infatti, elaborando un'enorme quantità di dati, l'AI permette l'identificazione di importanti correlazioni, consente di eseguire studi fondamentali per il contenimento dell'attuale crisi sanitaria, tracciando la mobilità delle persone che vivono nelle zone più colpite dalla pandemia o riconoscendo rapidamente i sintomi che caratterizzano l'insorgenza del virus, in modo che i medici possano concentrarsi sui pazienti realmente infetti, metterli immediatamente in quarantena e garantire loro le cure mediche più appropriate.
Con il potenziale emergente dell'AI che diventa sempre più chiaro, l'affidamento a questa tecnologia come mezzo non solo di recupero ma, più in generale, di trasformazione si sta rafforzando a tutti i livelli, compreso quello del management aziendale. Le aziende che riescono a sfruttare l'uso dell'AI nel modo più appropriato non sono solo quelle che hanno maggiori probabilità di superare più efficacemente la crisi ma anche, più in generale, di avere successo nell'economia digitale, che richiede investimenti nello sviluppo e nella formazione delle competenze digitali, nella protezione dai rischi informatici, nella connettività dei dati ad alta velocità e nelle soluzioni high-tech. In particolare, l'AI può essere uno strumento fondamentale per gli amministratori data la sua capacità di "data digesting", cioè la capacità di digerire enormi quantità di dati, estrarre informazioni rilevanti e dare suggerimenti sul percorso da seguire. A seconda delle applicazioni AI che gli amministratori adottano, la tecnologia può essere utilizzata per rendere più efficiente il reporting aziendale, per migliorare la conformità legale di un'azienda e, infine, per prendere decisioni strategiche più informate.

Tuttavia, mentre è innegabile che l'AI abbia diverse applicazioni estremamente utili sia nel campo sociale che in quello degli affari, i rischi che potrebbero potenzialmente derivare dal suo impiego sono altrettanto innegabili. Infatti, a oggi, ci sono casi notevoli in cui il processo decisionale automatizzato - implementato attraverso l'AI - ha portato a decisioni discriminatorie in una vasta gamma di settori, dal diritto del lavoro all'assegnazione di sussidi, dai processi di aggiudicazione al diritto penale. Nel caso in cui l'AI sia utilizzata dagli amministratori, c'è una certa preoccupazione per il rischio che essi si affidino alle indicazioni dell'AI senza essere in grado di capirne il ragionamento, diventando così dei meri esecutori - dato che comprendere il ragionamento dell'AI è un compito abbastanza complicato. Infatti, uno dei principali problemi dell'AI in tutti i settori è quello della sua "opacità", che rende impossibile capire come l'AI raggiunge il suo risultato. Questo a sua volta solleva un'altra questione su chi sarà responsabile quando una decisione guidata dall'AI danneggia l'azienda e i suoi azionisti. Quindi, se l'AI è inspiegabile, e gli amministratori seguono pedissequamente i suoi suggerimenti, devono ancora essere considerati responsabili per il risultato della loro condotta?

Per portare con profitto l'AI nel consiglio di amministrazione, l'uso delle applicazioni deve essere governato in modo da minimizzare i rischi che possono derivare dal loro uso. In primo luogo, questo significa sviluppare le competenze per affrontare le applicazioni AI aumentando la diversità all'interno dei consigli di amministrazione e includendo quelli con competenze tecnologiche. In secondo luogo, questo comporta l'adozione di comitati tecnologici - o, se una società ha già un comitato di rischio, l'espansione dei suoi scopi per incorporare la supervisione dell'AI. Tale comitato dovrebbe essere investito di funzioni quali la valutazione dell'uso corretto delle informazioni diffuse, l'identificazione dei principali rischi aziendali, la revisione dei rapporti presentati periodicamente sul sistema di AI, il monitoraggio dell'adeguatezza e dell'efficacia del sistema di AI scelto, e la valutazione di quella precisa area di competenza, cioè la "tecnologia", al suo massimo.
In conclusione, le migliori pratiche per l'uso dell’intelligenza artificiale da parte dei consigli di amministrazione devono essere sviluppate, e questo dovrebbe essere fatto a livello di soft law, attraverso i codici di corporate governance per la loro maggiore duttilità, flessibilità e ruolo di laboratorio per soluzioni da testare.
 

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