Se il professor Keating va in Dad
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Se il professor Keating va in Dad

L'EDITORIALE DEL RETTORE GIANMARIO VERONA CHE APRE IL NUOVO NUMERO DI VIA SARFATTI 25, IL MAGAZINE DELLA BOCCONI

“È proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva (..) Guardatevi intorno! Osate cambiare. Cercate nuove strade”. Questo è uno dei tanti insegnamenti che il professor John Keating (Robin Williams) in Dead Poets Society (tradotto in italiano in L’attimo fuggente) impartisce ai suoi studenti.

In questo anno di didattica a distanza come professore e come genitore ho più volte pensato a cosa avrebbe fatto o detto il professor Keating ai suoi alunni su Zoom e a come avrebbero reagito loro.

Il rapporto che si crea tra insegnante e allievo è parte del processo di apprendimento, una parte fondamentale in grado di caratterizzare scelte e interessi di campo (lo stesso avviene nel mondo del lavoro tra i leader e i loro collaboratori). A chi non è capitato nella propria esperienza da studente dire che una certa materia gli piace per come l’insegnante la spiega?

Il problema della didattica online non è il mezzo ma la capacità di saperlo utilizzare e integrare nella relazione. Riprendendo le parole di Keating per anni come insegnanti e allievi abbiamo creduto di sapere come si insegna e come si apprende ora, che le condizioni sono cambiate, è arrivato il momento di guardarci attorno e trovare una nuova strada.
La nuova strada sappiamo già che non prevede affatto l’abbandono della vecchia: le aule fisiche non spariranno ma anzi verranno potenziate e rese libere e più adatte al dialogo e al confronto tra professore e studenti e tra studenti.

Oggi, verrebbe da dire, siamo nella terra di mezzo, stiamo gettando le basi di un cambiamento epocale. Siamo pionieri e costruttori di un nuovo paradigma. Innoviamo e nel farlo commettiamo errori per poi migliorarci e continuare a innovare. Lo fanno i professori e gli studenti insieme. E di questo dobbiamo tutti esserne orgogliosi.

Lo facciamo nelle nostre aule ma anche cercando soluzioni per aiutare gli studenti più piccoli e deboli nelle scuole italiane come nel caso di TOP - Tutoring Online Program che, partendo da un progetto di ricerca di Eliana La Ferrara (Bocconi) e Michela Carlana (Harvard Kennedy School), ha creato un sistema di tutoraggio che oggi coinvolge 800 studenti universitari (in gran parte bocconiani) che affiancano altrettanti ragazzini delle medie inferiori. L’esperimento condotto durante il primo lockdown aveva dato risultati eccezionali: tre ore di tutoraggio online a settimana si sono infatti rivelate sufficienti a produrre effetti significativi sui risultati scolastici degli studenti (+4,7%), sul benessere (+26%) e sulle competenze socio-emotive (+21,1%). Un programma intensivo di sei ore a settimana ha raddoppiato il miglioramento dei risultati accademici. Il progetto è stato adottato anche in alcuni paesi del Sud America e speriamo possa essere da stimolo anche in Italia per estenderlo a livello nazionale e aiutare studenti e famiglie in difficoltà.

L’obiettivo a breve per tutti è tornare a frequentare in modo costante e senza interruzioni le aule scolastiche e universitarie per riappropriarci di quella parte di socialità e scambio che dai tempi di Socrate e Platone caratterizza il processo di apprendimento. Ma nel frattempo non dobbiamo rinunciare a “creare nuove strade”.

E ai nostri studenti che in questi giorni si sono laureati online o stanno riprendendo a frequentare le lezioni dico “Carpe diem, cogliete l'attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita”.
 
 

di Gianmario Verona

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