Due team Bocconi tra gli otto semifinalisti di futurEU
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Due team Bocconi tra gli otto semifinalisti di futurEU

HANNO SCRITTO DUE POLICY BRIEF CHE DELINEANO UNA GRANDE RIFORMA DEI TRATTATI UE IN UNA COMPETITION RISERVATA AGLI STUDENTI DELLE UNIVERSITA' DELL'ALLEANZA CIVICA, DAGLI UNDERGRADUATE AI DOTTORANDI

Due team della Bocconi sono tra gli otto finalisti di futurEU, un concorso riservato agli studenti delle università che compongono l'alleanza CIVICA. I team erano chiamati a scrivere un policy brief che delineasse una grande riforma dei Trattati UE e la competizione era aperta a studenti, dagli undergraduate ai dottorandi. Il 14 e 15 aprile le otto squadre avrebbero dovuto discutere i loro brief davanti a una giuria a Berlino, ma saranno costrette a discuterli davanti a un computer. I round di semifinale e finale del 14 e 15 aprile saranno trasmessi in streaming su https://www.futureu-initiative.org/. Nel frattempo, è stato anche chiesto loro di filmare i video che potete vedere qui sotto.
 
Quando è venuta a conoscenza della competition, Catalina Royero, una studentessa del PhD in Legal Studies della Bocconi, ha scritto a tutti gli studenti della Bocconi PhD School perché ritiene che le riforme dei trattati siano un tema multidisciplinare. Una collega del PhD in Legal Studies, Alina Trapova, e due studenti del PhD in Public Policy and Administration, Nirosha Varghese e Michal GulczyÅ„ski, hanno risposto alla sua chiamata. “Abbiamo parlato a lungo”, ricorda Catalina Royero, “e abbiamo deciso di focalizzarci su una riforma ambiziosa, ma realistica”.
 
Il loro policy brief Fairly Random: Unblocking the Rule of Law Proceedings through Random Selection of Voting Member States in the European Council, affronta la questione dello stato di diritto. “Quando uno stato membro viola lo stato di diritto per quanto riguarda i diritti umani, la libertà dei media e così via”, dice Alina Trapova, “una sospensione dei diritti di voto è prevista dall'art. 7 del trattato sull'Unione europea, ma la regola è difficile da applicare perché ha bisogno dell'unanimità del Consiglio europeo. Anche se i rappresentanti dello stato membro interessato sono esclusi, le alleanze politiche impediscono al Consiglio europeo di raggiungere l'unanimità. Noi proponiamo di cambiare questo sistema di voto”.
 

 
Il secondo team comprende quattro studenti del BSc in International Economics and Management (BIEM), che stavano già lavorando insieme a un altro progetto CIVICA, un rapporto collettivo sul futuro dell'Unione Europea. Lo stato di diritto è il tema affrontato anche da Paolo Barone, Maria Francesca Martini, Gaia Remus e Pietro Valetto, ma l'angolazione è diversa.
 
“È paradossale”, dice Paolo Barone, “che gli stati, per entrare nell'Unione Europea, debbano soddisfare i cosiddetti criteri di Copenaghen, relativi a parametri politici, economici e amministrativi, ma che negli anni successivi non siano previsti controlli”.
 
Nel loro Enabling the EU Parliament to Bind Membership to the Upholding of the Copenhagen Criteria, i quattro studenti del BIEM propongono, da un lato, che la valutazione del rispetto dei criteri di Copenhagen diventi un meccanismo di controllo continuo e, dall'altro, di assegnare correttamente i diritti di voto all'interno degli organi legislativi dell'UE, nel caso venga avviata una procedura di infrazione. “Entrambe i provvedimenti sono necessari per ottenere un sistema equo e imparziale di controlli, che non favorisca sproporzionatamente nessun membro, in nessun momento”, concludono.
 

 

di Fabio Todesco

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