Accompagnare i clienti sulla via del Green

SE LA GENERAZIONE Z E' PRONTA QUANDO SI PARLA DI SOSTENIBILITA', LA SFIDA E' FAR SBOCCIARE LA STESSA CONSAPEVOLEZZA ANCHE NEI CONSUMATORI DI OGGI, COME RACCONTA L'ALUMNA E PRESIDENTE DEL GRUPPO ENERCOM, CRISTINA CROTTI

Una scommessa che è nata sull’uso del metano a fine Ottocento e che oggi conta quasi 300 dipendenti, un fatturato di circa 170 milioni di euro e aree di attività, nel mercato dell’energia, che vanno dalla produzione anche di energia verde, alla vendita, alle strategie di efficientamento. Il Gruppo Enercom, guidato dall’alumna Bocconi Cristina Crotti (laurea in economia aziendale nel 1990) mostra attenzione all’innovazione e attitudine verso la sostenibilità già nella propria storia aziendale. “La sfida, adesso, è trasferirla anche al cliente di oggi e prepararsi alle richieste di quello di domani”.

Cristina Crotti, l’azienda si sviluppa negli anni Cinquanta, ma affonda le proprie radici alla fine dell’Ottocento
In quell’epoca si produceva metano dal carbone: c’era l’illuminazione pubblica a gas e questo era l’unico uso che del metano allora si faceva. Poi sono venute le prime concessioni dai comuni e sono stati costruiti i primi grandi impianti. Noi oggi diamo per scontate certe infrastrutture, ma allora non esisteva nulla e il metano rappresentò una vera scommessa per l’azienda. Nel tempo l’abbiamo decisamente vinta.

Una strategia lungimirante, vista con gli occhi dell’oggi. L’innovazione è quindi nel vostro dna
Adottiamo un modello di innovazione che parte dalla direzione, che non è bottom-up e che coinvolge dall’alto le prime e le seconde linee, ma che è anche attento a raccogliere spunti e migliorie. Stiamo puntando molto nel diffondere il tema dell’innovazione in azienda e la propensione a coglierne le opportunità. In fondo innovazione è apertura mentale e culturale, capacità di cogliere le evoluzioni del nostro settore.

Quali sono oggi le grandi scommesse dell’innovazione?
La prima è la proposizione ai clienti. Le loro necessità non sono più di un servizio inteso come mera commodity. Tuttavia, non è semplice. Per quanto ci riguarda, ad esempio, la comunità di riferimento è fatta da una clientela molto tradizionale, che forse non è ancora del tutto pronta e matura a guardare a un uso diverso della commodity, a considerare in pieno gli aspetti green o ad avere un’attenzione diffusa ai temi del risparmio energetico. Sono soprattutto le nuove generazioni ad essere attente a questi aspetti, ma queste ultime non sono ancora i principali consumatori. Bisogna quindi accompagnare verso i nuovi concetti i consumatori di oggi e, al contempo, preparare le sfide di quando sarà consumatrice la Generazione Z.

E la seconda sfida?
L’altra è quella di trovare il giusto investimento in energia verde. Adesso è molto di moda parlare di idrogeno, anche nei trasporti, ma di fatto la ricerca e lo sviluppo su questo tema non sono ancora al livello che si crede abbiano raggiunto quando se ne parla. La strada verso il green è quella giusta, ma bisogna capire anche cosa è moda e cosa ha reale consistenza in termini di possibilità.

Come entra il tema dell’innovazione digitale nel vostro settore?
È fondante. Ti consente analisi e dei processi che in altro modo non potresti fare. Noi, ad esempio, per la parte commerciale stiamo puntando verso negozi ‘Phygital’, che mescolino in maniera fluida negozio fisico e possibilità consentite dall’innovazione digitale.

L’innovazione è strettamente legata alla sostenibilità. Come vede quest’ultima?
In senso ampio, non solo ambientale. Come uso ottimale e intelligente delle risorse. E come vicinanza ai territori. Noi lo siamo da sempre e non solo perché storicamente e logisticamente abbiamo più punti di contatto col territorio, ma perché ci sentiamo parte di una comunità.

Cosa si può fare per avvicinare i clienti finali ai temi della sostenibilità?
Serve un grande lavoro di divulgazione dei contenuti. Un lavoro probabilmente lungo e che richiede più canali di contatto. Vedo che comincia ad esserci una certa sensibilità verso i temi della sostenibilità, ma noto anche la sensazione che la propria singola azione sia ininfluente. Bisogna sensibilizzare sul fatto che l’operato di ognuno di noi ha un impatto, creare consapevolezza.  
Cristina Crotti, presidente del Gruppo cremonese Enercom, si è laureata in economia aziendale all’Università Bocconi con una tesi sul mercato dell’energia: “Sono molto contenta di aver studiato alla Bocconi e mi sento molto legata all’Università”, racconta l’alumna. “Quando studiavo qui c’erano due gruppi di persone: chi lo faceva più per la nomea dell’Università, chi per la preparazione significativa. Io lo facevo per questo”. Due, in particolare, i plus che Cristina Crotti sente di aver ottenuto dal suo percorso di studio: “Una forma mentis che stimola il ragionamento e un metodo”.

di Andrea Celauro