Gerardo e la sua Utopia
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Gerardo e la sua Utopia

A 28 ANNI GERARDO MASUCCIO LANCIA LA SUA CASA EDITRICE. CHE, A DISPETTO DEL NOME, ASPIRA AD AFFERMARSI CONCRETAMENTE LANCIANDO NUOVI AUTORI E RILANCIANDO GIGANTI DELLA LETTERATURA CHE ORMAI NON LEGGIAMO PIU'

Ha avviato la sua impresa poco prima che la bomba Covid deflagrasse in tutta la sua gravità. L’ha fatto in un settore, l’editoria, considerato tra i più difficili. Eppure non si è lasciato condizionare e ha tirato dritto confidando nelle proprie capacità. Perché la grande letteratura per lui è una passione prima ancora che una professione. Gerardo Masuccio ha 28 anni e in Bocconi si è laureato in Giurisprudenza, “con una tesi sul diritto d’autore”, spiega, e poi nel biennio Acme, “per approfondire gli aspetti manageriali”. Un percorso non consueto ma che gli è servito per avere del cammino che intendeva intraprendere una visuale a 360 gradi.

Quando era studente, nel ruolo di presidente dell’Associazione letteraria Bocconi d’Inchiostro, ha portato in Università giganti della letteratura come il Premio Nobel Svetlana Aleksievic, Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Susanna Tamaro e altri ancora. Oppure cantautori con milioni di dischi alle spalle: Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Gianna Nannini, Enrico Ruggeri. Ora però ha scelto una strada diversa: “Con Utopia”, racconta, “abbiamo scelto di pubblicare grandi autori del ‘900 che sono stati inspiegabilmente dimenticati e, in parallelo, di scoprire nuovi talenti al di fuori dei percorsi tradizionali, quelli che privilegiano autori che scrivono nelle solite lingue, l’inglese, il francese, lo spagnolo e un po’ il tedesco”. Gerardo ha iniziato la sua carriera in Bompiani, prima come stagista, poi come responsabile della collana di poesia: “Avevo conosciuto il direttore editoriale della Bompiani proprio durante un incontro in Bocconi e, una volta laureato, mi ha voluto con lui”.
Un’esperienza fondamentale, ma Gerardo voleva creare un proprio progetto e a gennaio ha iniziato la nuova avventura pur mantenendo un ruolo di consulente in Bompiani, “che considero un po’ la mia famiglia. Quello che facciamo in Utopia, dove ho sette collaboratori tutti della mia età, è concentrarsi sulla letteratura di qualità, romanzi e saggi, e su autori che inspiegabilmente in Italia sono finiti nel dimenticatoio negli ultimi decenni. I primi due che pubblicheremo, a settembre, sono un Premio Strega come Massimo Bontempelli e un Premio Nobel come Camillo José Cela”, riprende Gerardo. “Quest’ultimo continua a vendere moltissimo all’estero, in Italia, chissà perché, no”. Ma la parte forse più affascinante è quella dello scouting che gli otto giovani di Utopia stanno facendo sul mercato internazionale: “Saremo i primi a pubblicare un autore che scrive in lingua Tamil, pubblicheremo un’autrice francese di Mauritius, una siberiana e un uzbeko. Faremo quel lavoro di ricerca che ormai le grandi case editrici non fanno più”, dice ancora Gerardo, “con i loro cataloghi standardizzati e poco riconoscibili gli uni dagli altri. Che è un po’, secondo me, uno dei motivi della crisi di questo settore. Noi invece vogliamo distinguerci”.

La tempesta Covid non ha inciso particolarmente sul lavoro che Gerardo Masuccio e i suoi collaboratori stanno portando avanti. Almeno finora. “Abitiamo tutti in città diverse ma per fortuna abbiamo una certa confidenza con la tecnologia. Ci siamo dedicati soprattutto all’editing e alla ricerca, si è trattato sostanzialmente di un periodo di incubazione. Se a settembre non ci saranno ricadute potrò dire che il Covid ci ha soltanto sfiorati”. Dopo il lancio di settembre e la relativa distribuzione dei primi due volumi, “che faremo con un partner come Messaggerie”, Utopia lancerà un volume al mese: “Come dicevo prima, vogliamo distinguerci. Lo faremo sia per i contenuti sia per la veste che i nostri volumi avranno. Belli dentro e fuori, anche questa una rarità”.   

di Davide Ripamonti

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