Covid19, un alumnus in prima linea
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Covid19, un alumnus in prima linea

ALCUNI ALUMNI DEL MASTER IN ECONOMIA E MANAGEMENT DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (EMMAP) DI SDA BOCCONI SONO STATI COINVOLTI NELLA GESTIONE DELLA CRISI IN CORSO. RAFFAELLA SAPORITO, DOCENTE DEL MASTER, ATTRAVERSO IL SUO BLOG #VALOREPUBBLICO SULLA PIATTAFORMA SDA BOCCONI INSIGHT HA DATO VOCE A UNO DI ESSI, MASSIMO LA PIETRA, DIRIGENTE DELLA SALA OPERATIVA UNIFICATA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA (CRI). PUBBLICHIAMO LA SUA INTERVISTA

Massimo La Pietra (EMMAP5), neo-dirigente della Sala operativa unificata della Croce Rossa Italiana (Cri), era in ufficio anche di domenica lo scorso fine settimana. Ma non è una novità del nuovo ruolo, né dell’emergenza CoViD19. Massimo si occupa di emergenze da sempre e per oltre 15 anni ha lavorato al Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio nel servizio Volontariato, che negli ultimi anni ha anche diretto. Una caratteristica peculiare del nostro sistema nazionale di Protezione Civile è proprio la sua natura reticolare e collaborativa, che vede le istituzioni pubbliche centrali e locali lavorare attivamente col mondo del terzo settore e del volontariato nelle attività di previsione, prevenzione, gestione e superamento delle crisi di protezione civile. Come dirigente del Servizio Volontariato, Massimo era spesso in giro per l’Italia per lavorare al fianco delle mille realtà locali e nazionali impegnate nelle attività di protezione civile, quasi sempre nel weekend, per venire incontro alle esigenze dei volontari. Il passaggio in Croce Rossa Italiana è stato naturale. “La Cri mi ha proposto un progetto bellissimo, in cui credo molto: lavorare alla fusione e interoperabilità delle preesistenti sale operative per assicurare un’unica centrale di risposta.

Poi è arrivato il CoViD19. In che modo vi state occupando dell’emergenza sanitaria in corso?
Possiamo distinguere due fasi ad oggi. La prima, legata alla crisi localizzata inizialmente in Cina, che ha visto la Croce Rossa impegnata fin dalle prime ore con centinaia di volontari di tutti i comitati territoriali presso gli aeroporti, a supporto delle aziende sanitarie dei territori. Ad esempio, con l’ambulanza ad alto biocontenimento che ha trasportato i primi contagiati allo Spallanzani di Roma”.

E dopo? Come è cambiata l’attività dalla scoperta dei focolai in Lombardia e Veneto?
La sala operativa nazionale sta svolgendo un ruolo di supporto sia ai comitati territoriali, sia diretto alla cittadinanza, fornendo risposte alle centinaia di chiamate pervenute dai cittadini da tutto il paese, grazie anche alla presenza di un infettivologo. Dalla comparsa del focolaio in Lombardia e Veneto, infatti, le chiamate sono triplicate e ci arrivano richieste specifiche, come il comportamento da tenere in caso di sintomi influenzali o di esposizione ai focolai del nord Italia. Arrivano anche richieste di informazioni in merito alle ordinanze adottate dalle rispettive autorità.

A chi si rivolgono i vostri servizi, in particolare?
In questi giorni si dice che i più esposti ai rischi del virus sono gli anziani e le persone con patologie pregresse. Non si dimentichi che questa è una costante di tutte le emergenze, sanitarie e non: sono sempre le persone più fragili a rischiare di più. Per noi queste persone sono la priorità e infatti oltre alle attività evidenziate prima, le volontarie e i volontari della Cri sono impegnati in una attività quotidiana di sostegno alle persone più deboli, agli anziani e alle persone sole, anche solo per una parola di aiuto per gestire la paura. Tra le più spaventate non dimentichiamo le persone delle comunità cinesi, potenzialmente più esposte al rischio contagio, ma anche più in difficoltà ad accedere ai servizi informativi sanitari ufficiali”.
 
I prossimi passi?
“I servizi per non udenti: la nostra sala operativa di Todi è dedicata a ricevere le richieste per questi utenti che interagiscono con gli operatori di CRI con un particolare software. Ci stiamo attrezzando per fornire anche a loro le informazioni sull’emergenza in corso”.



di Raffaella Saporito

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