Bocconi for Innovation si fa in tre e supporta ogni fase di sviluppo
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Bocconi for Innovation si fa in tre e supporta ogni fase di sviluppo

E NATO IL NUOVO HUB DELL'UNIVERSITA' BOCCONI, CHE PUO' GIA' CONTARE SU PARTNERSHIP CON CITI FOUDATION, HENKELX, ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA, POLITECNICO DI MILANO E UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO

Una piattaforma di servizi e supporto alle attività imprenditoriali che avrà il ruolo di pre-acceleratore, di acceleratore e di luogo di sviluppo della corporate entrepreneurship - l’imprenditoria interna alle aziende: è Bocconi for Innovation (B4i), il nuovo hub di Università Bocconi che nasce potendo già contare su importanti partnership con Citi Foundation, HenkelX, Istituto italiano di tecnologia, Politecnico di Milano e Università degli studi di Milano Statale. Bocconi for Innovation lavorerà su diversi fronti: come pre-acceleratore, accoglierà idee imprenditoriali per supportarle fino alla fase di prodotto minimo funzionante (mpv, minimum viable product). Parallelamente, fornirà servizi e supporto all’accelerazione di aziende che si trovino già nella fase di start-up per accompagnarle verso il business vero e proprio.
Le aree nelle quali si concretizzerà il lavoro dell’acceleratore, e per le quali saranno selezionate le start-up, sono tre: il digital-tech (idee imprenditoriali caratterizzate da innovazioni e tecnologie particolarmente interessanti), coordinato da Massimo Della Ragione, il Made in Italy (manifatturiero, fashion, food e altre varie ramificazioni),
coordinato da Gabriella Lojacono, e la sostenibilità, coordinata da Stefano Pogutz. La fase di accelerazione, della durata di quattro mesi (con due turni l’anno), prevederà a regime fino a 30 startup ospitate, alle quali saranno offerti mentorship, aiuto nella creazione di contatti con gli investitori, supporto nelle fasi di sviluppo e un finanziamento di 30 mila euro per ciascuna start-up.
Infine, la corporate entrepreneurship: su questo fronte, l’impegno è aiutare le imprese a fare innovazione e business development favorendo la creazione di ponti tra le aziende e le startup.

«Il nostro obiettivo è creare un hub in cui l’imprenditorialità possa svilupparsi, crescere e prendere il volo», spiega l’operating director di Bocconi for Innovation, Nico Valenti Gatto. «Creare una piattaforma che fornisca servizi e supporto e che contribuisca, col suo lavoro, a drenare anche l’emorragia di talenti verso l’estero».
 
DIGITAL-TECH
«Gli investitori internazionali sono attratti dalle aziende che enfatizzano il contenuto digitale nel business model. Non è però sufficiente per attirare capitali. Quel che veramente seduce gli investitori è la certezza che le nuove tecnologie si tradurranno in prodotti e servizi da cui trarre ricavi importanti». Massimo Della Ragione ne sa qualcosa. Professor of practice in Bocconi, è co-head di Goldman Sachs in Italia ed è il responsabile di D-Tech, il ‘verticale’ di Bocconi for Innovation dedicato alle tecnologie avanzate con applicazioni industriali: computer science, robotica, intelligenza artificiale, cyber security, blockchain, realtà virtuale.
«D-Tech non accelererà tecnologie che permettono semplicemente di migliorare i processi, come può essere una app che consente di prenotare un ristorante. Ci interessano tecnologie proposte da team con almeno un alumnus Bocconi, o di un partner Bocconi, dall’alto impatto sociale e dal potenziale commerciale elevato. Il compito di B4I sarà far sì che queste tecnologie nate altrove vengano tradotte in attività imprenditoriali di successo e preparare i team ad affrontare gli investitori». Il programma si concentrerà sulla fase più importante nell’azienda, quella della accelerazione. Paragonando le idee imprenditoriali in campo tecnologico alle fasi di crescita di un essere umano, D-Tech si occuperà della loro adolescenza e li accompagnerà fino alla maggiore età. «È la fase decisiva in cui possiamo fornire formazione manageriale e alimentare lo spirito imprenditoriale. Con lo scopo di creare un circolo virtuoso in cui gli avanzamenti tecnologici migliorano la vita delle persone, creano posti di lavoro, alimentano l’innovazione di cui si nutre anche l’università. Diamo disciplina alle idee imprenditoriali. C’è posto migliore della Bocconi per farlo?».
 
MADE IN ITALY
L’emergere di concorrenti provenienti da nuovi sistemi paese e un quadro regolatorio internazionale diventato instabile potrebbero minare il successo delle aziende simbolo del Made In Italy. Sta già accadendo. Fino al 2003, ad esempio, l’Italia era il principale paese esportatore nel settore dell’arredamento. Nel 2017, con un market share mondiale pari al 6%, siamo finiti dietro alla Cina e alla Germania e potremmo essere presto sorpassati dalla Polonia (dati Un Comtrade). «Le aziende del Made in Italy spesso peccano nell’individuazione di canali distributivi efficaci e hanno carenze nella lettura del mercato», spiega Gabriella Lojacono, professore associato di International management, direttrice dell’Executive master in luxury management di SDA Bocconi e responsabile del verticale Made in Italy di Bocconi for Innovation.
«Un sistema economico ha bisogno di un ecosistema alimentato da un continuo stimolo a innovare non solo i prodotti, ma anche i modelli di business. Alimentare il sistema di nuove e dinamiche realtà da un lato favorisce il ricambio, dall’altro offre un incentivo continuo a mettersi in discussione e innovare. Tocca anche a noi alimentare questo ricambio con una prospettiva di lungo termine, dobbiamo avere chiaro quali sono i settori che vogliamo salvaguardare e le idee imprenditoriali meritevoli di supporto. In questo scenario in rapida mutazione, l’acceleratore deve contribuire a creare nuovi global champions». L’idea è di creare realtà che possano ben inserirsi in nicchie di mercato e possano crescere. Quando si parla di Made in Italy si pensa solitamente ai settori della moda e del food e di B2C. L’acceleratore si occuperà anche di B2B (si pensi alla meccanica e alla cosmetica) così come di settori di cui spesso non si parla come la farmaceutica e l’occhialeria. «Per noi Made in Italy fa riferimento a settori accomunati da grande passione per il prodotto, sapere artigianale, legame con il territorio, cultura della bellezza, voglia di conquistare nicchie inesplorate. Dalla mia posizione di direttrice di un master sul lusso e docente di un corso sul Made in Italy, vedo giovani che hanno idee brillanti e le vogliono mettere in pratica. Quest’anno si sono cimentati con nuovi format nel settore della ristorazione e abbiamo visto una ricchezza di idee che fa ben sperare per il futuro. B4I deve fare scouting delle eccellenze e mettere al loro servizio l’expertise dei docenti e del vasto network Bocconi”.
 
SOSTENIBILITÀ
Le manifestazioni del movimento Friday for future hanno invaso le strade delle città europee. Il governo tedesco ha annunciato il suo Green new deal. Christine Lagarde ha affermato che la lotta al cambiamento climatico dev’essere al centro della missione della Banca centrale europea. Viviamo una fase di transizione verso un’economia più verde e sostenibile, che richiede lo sviluppo di nuove soluzioni, tecnologie e modelli di business. In questo scenario si muove l’hub di Bocconi for Innovation dedicato alla Sostenibilità e guidato da Stefano Pogutz, professore di Green management e corporate sustainability. L’attività del verticale si svilupperà lungo le dimensioni della  green economy e dell’imprenditorialità sociale.
«C’è il tema dell’utilizzo, del trasporto e dello stoccaggio di nuove fonti energetiche», spiega Pogutz. “Le reti dovranno essere ripensate per accogliere energie rinnovabili dalla natura intermittente; anche le batterie delle auto potrebbero diventare hub di stoccaggio». Altre opportunità derivano dalla mobilità sempre più condivisa, dallo sviluppo di nuovi materiali a basso impatto ambientale, e dall’economia circolare, che per diventare tale ha bisogno di mettere a punto nuove soluzioni per la trasformazione e il riciclo dei rifiuti, in particolare di quelli industriali. «Vi è poi lo sviluppo di start-up innovative che facilitano la transizione verso acquisti più consapevoli tramite sistemi premiali, o la traccibilità delle informazioni di filiera».
L’imprenditorialità sociale rappresenta un’altra area di interesse dell’hub, con riferimento a temi quali salute, inclusione sociale, educazione. Anche la finanza si sta orientando verso investimenti responsabili e logiche di impact investing. «In tutti questi casi, il verticale di B4I dedicato alla Sostenibilità potrà aiutare gli imprenditori in modo determinante generando competenze. Sarà di supporto all’analisi del prodotto rispetto alle specificità del mercato e alle metriche della sostenibilità. Offrirà aiuto nel reclutamento. Faciliterà l’accesso a forme di finanziamento creando contatti con la comunità degli investitori orientati alla sostenibilità».
 
 
Per approfondire
Meglio un giorno da unicorno che cinque anni da startup



 
 

di Andrea Celauro

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