La globalizzazione della salute e' un dato di fatto. Ricordatelo
OPINIONI |

La globalizzazione della salute e' un dato di fatto. Ricordatelo

PER QUESTO PER TUTELARCI SERVE UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE CON UNA STRATEGIA CHE UNISCA MEDICI, MANAGER E POLICYMAKER

di Eduardo Missoni, academic fellow presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche

Le profonde trasformazioni prodotte in poco meno di un secolo dall’accelerazione del processo di globalizzazione permeano e trascendono i confini e i meccanismi di controllo nazionali ben oltre l’intensificazione dei collegamenti e delle tradizionali relazioni tra stati, ridefiniscono la geografia delle relazioni sociali e richiedono nuove categorie di analisi e intervento anche nel campo della governance della salute e delle politiche sanitarie.
Le dimensioni planetarie dei problemi ambientali, sociali ed economici cui si assiste e di cui la salute è un fenomenale indicatore, richiedono che le politiche pubbliche con un impatto sulla salute delle popolazioni tengano conto della natura globale e intersettoriale dei determinanti.
Gli studi di salute globale si differenziano dai più tradizionali studi di sanità pubblica internazionale (ovvero relativi a iniziative di carattere sanitario negoziate e concordate nell’ambito delle relazioni tra Stati nazionali), e ancor più nettamente da operazioni puramente cosmetiche tese a ridefinire come attività di salute globale la cosiddetta medicina tropicale e le più diverse attività sanitarie svolte nell’ambito di programmi di studio o di aiuto allo sviluppo in Paesi terzi. L’approccio di salute globale guarda alla salute nella sua accezione più ampia, non solo come condizione fisica e mentale dell’individuo, ma anche nella sua correlazione con lo stato di benessere sociale. Si tratta di un approccio necessariamente interdisciplinare che affronta il tema in una dimensione transnazionale e globale, planetaria, dove i determinanti sociali, ambientali, economici e politici s’intersecano con crescente complessità, interagendo inevitabilmente con i sistemi nazionali e locali.

Per fare solo qualche esempio, si pensi alla trasformazione dell’ecosistema e ai cambiamenti climatici, dove nonostante l’evidenza degli effetti dei rischi ambientali sulla salute, gli impegni sottoscritti a livello globale tardano ancora le necessarie politiche ed investimenti per ridurne l’impatto, con conseguente inesorabile crescita dei costi sociali ed economici delle malattie dovute all’inquinamento.
All’aumento del peso delle malattie croniche contribuisce in modo determinante anche il consumo di cibi ultraprocessati, promosso da aggressive strategie produttive e commerciali che solo un’azione transnazionale congiunta di tutti i settori della società può efficacemente contrastare. In tal senso la Convenzione quadro per il controllo del tabacco, entrata in vigore nel 2005, costituisce un importante modello di riferimento.
Il facile diffondersi di epidemie, l’impatto sulla salute e l’accesso alle cure degli accordi di libero commercio, la salute dei migranti, le conseguenze di un’incontrollata circolazione di informazioni riguardanti la salute sulle reti sociali, sono altri esempi di importanti temi di salute globale.
Affinché l’obiettivo di «benessere e salute per tutti, a tutte le età», iscritto nell’agenda globale per lo sviluppo sostenibile, non resti ancora una volta pura retorica, è indispensabile un sostanziale cambiamento di paradigma. È necessario fare della salute umana e dell’intero ecosistema il perno dell’azione politica, sociale ed economica a tutti i livelli, globale, nazionale e locale, assicurando opportune interazioni e alleanze tra quelli, affinché davvero «nessuno resti indietro».
In tal senso sia i medici sia i manager e i policy maker interessati alla salute, indipendentemente dal loro ambito di attività, dovrebbero dotarsi delle competenze di salute globale.


Per tutelare la salute pubblica serve la collaborazione di tutti. Ecco cosa chiedono
agli stakeholder Dadari e Capello, alumni Bocconi, che vogliono vincere questa sfida

Ibrahim Dadari
Dai vaccini alle tecniche di screening
Il raggiungimento entro il 2030 degli obiettivi globali in materia di salute previsti dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile richiederà input significativi e approcci innovativi. Le istituzioni e le imprese dovrebbero promuovere e rafforzare una particolare attenzione alla ricerca e all’innovazione finalizzate alla prevenzione o alla gestione di malattie selezionate, come le tecniche di screening rapido per l’individuazione precoce delle malattie non trasmissibili, vaccini nuovi o che non richiedano refrigerazione per le malattie infettive emergenti e persino quelle non trasmissibili, ecc. Le imprese possono anche mettere a disposizione finanziamenti per gli interventi sanitari globali prioritari, quale forma di responsabilità sociale d’impresa, dando priorità agli interventi incentrati sull’equità, visto che l’accesso universale è un punto focale dell’agenda sanitaria globale per il 2030. Le comunità e le agenzie di sviluppo dovrebbero essere in grado di attingere a questi fondi. Le aziende possono anche fungere da promotrici della salute globale, evidenziando specifiche aree tematiche dell’agenda 2030.
 
Cecilia Capello
Informazione e accesso ai servizi
Le aziende dovrebbero sostenere i governi a concepire e rendere operative le politiche di salute pubblica che si indirizzano ai determinanti della salute affinché la popolazione abbia le informazioni e i mezzi per mantenersi in salute.
Hanno il dovere di proteggere il diritto alla salute della popolazione, e soprattutto delle persone più vulnerabili, come le donne, i migranti, i bambini, i portatori di handicap, i cui diritti alla salute sono spesso non protetti o perfino violati dai governi attuali. Le aziende devono proteggere i diritti all’accesso ai beni e ai servizi sanitari e il diritto del cittadino a conoscere come essere in salute e mantenersi in salute, come accedere a   un’alimentazione corretta, all’attività fisica, avere accesso ai vaccini e a altre misure preventive, a un’educazione sessuale nelle scuole, etc. Soltanto se le aziende si metteranno in partnership coi cittadini, con la società civile, con le organizzazioni non governative e con lo stato, a favore dei diritti alla salute della popolazione, i sustainable development goals potranno essere raggiunti.
 

Ultimi articoli Opinioni

Vai all'archivio
  • La fuga degli onesti

    I migranti tendono a essere piu' onesti di chi rimane nei luoghi di origine. Luoghi che, di conseguenza, sono privati di capitale sociale, con effetti negativi sulla produttivita', sulla crescita e sulla qualita' delle istituzioni

  • Il limite della tossicita'

    Per un verso le piattaforme e i loro algoritmi sembrano assecondare la presenza di contenuti basati sull'odio o dannosi nei feed degli utenti; dall'altro, le piattaforme li hanno moderati fin dall'inizio, prima ancora delle multe. Forse la strategia redditizia per loro sta nel mezzo

  • Una difesa contro la dittatura della maggioranza

    Molte delle costituzioni del dopoguerra hanno stabilito sistemi indipendenti, come la Corte Costituzionale in Italia, che si ergono a tutela delle liberta' e dei diritti. Perche' la legge e' espressione della volonta' di molti, ma non di tutti e chi detiene il potere puo' rischiare di abusarne

Sfoglia la nostra rivista in formato digitale.

Sfoglia tutti i numeri di via Sarfatti 25

SFOGLIA LA RIVISTA

Eventi

Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30