Solo con la mediazione i carri armati fanno marcia indietro
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Solo con la mediazione i carri armati fanno marcia indietro

A PORTARE ALLA GUERRA E' SEMPRE L'INCERTEZZA. QUANDO INTERVIENE UN MEDIATORE LO SCOPPIO DI UN CONFLITTO ARMATO SI FA PIU' DIFFICILE E SPESSO SI INTERROMPE ANCHE LA CORSA AGLI ARMAMENTI

di Massimo Morelli, ordinario presso il Dipartimento di scienze sociali e politiche

In una situazione di conflitto, ciò che è molto importante è la comunicazione tra le parti, soprattutto quando le cause del conflitto stesso hanno qualcosa a che vedere con l'assenza di informazione precisa. E in questo, può avere un ruolo chiave la figura del mediatore.
Nella mia recente pubblicazione sul Journal of Political Economy con Adam Meirowitz (University of Utah), Kristopher W. Ramsay (Princeton University) e Francesco Squintani (Warwick University), dal titolo Dispute Resolution Institutions and Strategic Militarization, abbiamo derivato dei risultati sorprendenti sull'importanza dei mediatori per la risoluzione di conflitti e per gli incentivi all'armamento (nucleare o meno).
È l'incertezza, infatti, che può portare alla guerra. Un paese forte che non sa valutare bene la forza del nemico può essere indotto a lanciare un attacco se pensa che con alta probabilità il nemico sarà più debole, mentre magari non attaccherebbe se avesse un’informazione più chiara e precisa.
Un paese debole, di contro, non vuole rivelare di essere debole: in questo caso, una linea di comunicazione diretta in generale serve a poco.
La figura del mediatore, da Kissinger a Carter, fino a Kofi Annan, serve proprio ad aumentare gli incentivi a rivelare almeno al mediatore informazioni che possono aiutare il mediatore a formulare una proposta di pace che costituisca un ragionevole compromesso. Il risultato più sorprendente del nostro studio, però, è che la presenza di mediatori istituzionali può addirittura scoraggiare i paesi dalla corsa agli armamenti.

Questo se la mediazione viene percepita come la principale forma di comunicazione in caso di conflitto.
La mediazione ha preso piede soprattutto come alternativa all'arbitrato nel settore giudiziario, ma il nuovo spunto sugli effetti di disincentivo agli armamenti dovrebbe essere uno stimolo decisivo per far orientare le Nazioni Unite in questa direzione di intervento. In un articolo non ancora pubblicato con gli stessi autori mostriamo infatti che, al contrario della mediazione, la maggior parte delle altre politiche comuni di intervento porta invece ad esacerbare i conflitti.
Se ad esempio le Nazioni Unite seguissero una politica costante di intervento a fianco o in supporto di gruppi ribelli di minoranza, tali gruppi avrebbero molto più incentivo ex ante ad iniziare conflitti. Se poi l’aiuto atteso tarda a venire il conflitto ormai iniziato può portare a grandi spargimenti di sangue. Una politica di quasi esclusiva mediazione da parte delle organizzazioni internazionali risulta dunque preferibile.
 

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