A Stoccolma per promuovere il made in Italy e i bocconiani
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A Stoccolma per promuovere il made in Italy e i bocconiani

L'ALUMNO MAURIZIO FAUSTI VIVE E LAVORA IN SVEZIA, CAPITALE EUROPEA DELLE STARTUP

Maurizio Fausti, 60 anni, ha una laurea in Economia aziendale conseguita in Bocconi nel 1988 e un compito che lo vede impegnato tanto in Svezia, dove vive dal 2012, quanto in Italia: in qualità di strategic consultant aiuta infatti le imprese del nostro paese ad affacciarsi al mercato svedese. E a Stoccolma, dove vive con la famiglia, è dal 2014 chapter leader della Bocconi Alumni Community.

Come è arrivato al ruolo che ha oggi?
Dopo la laurea in Bocconi ho lavorato cinque anni presso Pwc e poi in diverse multinazionali americane come cfo, il tutto a Milano ma viaggiando molto. Poi, nel 2012, con mia moglie, che è svedese e che fino ad allora era Country manager di Disney Italia, abbiamo deciso di trasferirci a Stoccolma. Qui, sono stato fino all’anno scorso controller in una società finanziaria e oggi lavoro in proprio come consulente.

E aiuta le aziende italiane a entrare nel mercato svedese.

La Svezia è sempre in testa alle classifiche sull’innovazione e Stoccolma è uno dei terreni di coltura migliori per le startup. Il mercato del lavoro è molto dinamico e la digitalizzazione qui è una realtà non solo nelle istituzioni ma anche nella vita quotidiana. Ad esempio, si avvia ad essere un paese praticamente cashless: pensi che persino il panificio vicino a casa mia non accetta più il pagamento in contanti.

Qual è la difficoltà delle aziende italiane in questo mercato?
Quella di non essere abbastanza visibili. Tuttavia, poiché alcuni settori più noti, come il food, sono molto riconosciuti (vuoi anche un po’ per alcuni stereotipi), questo tipo di Made in Italy può fare da traino anche per le realtà meno note di altri settori, ma che rappresentano comunque delle eccellenze. Il mio lavoro è dunque far conoscere proprio queste altre eccellenze in Svezia. Non solo, anche il far capire alle imprese italiane che la Svezia è un mercato molto più interessante di quanto credano. Poiché è un paese di 10 milioni di abitanti su una superficie che è tre volte quella italiana, spesso si pensa che sia un mercato troppo piccolo perché valga la pena di investirvi.

Tra le eccellenze italiane c’è anche il settore vitivinicolo, del quale lei è esperto.
Sono sommelier dell’Associazione italiana sommelier da 20 anni, è una passione. Tra l’altro, qui in Svezia il settore è dominato proprio dai prodotti italiani, che hanno una quota di mercato del 65%. Di recente, in collaborazione con l’Ambasciata italiana, abbiamo portato a Stoccolma diversi produttori locali di varie regioni italiane, proprio per promuovere quella conoscenza e consapevolezza della quale parlavo prima.

Veniamo al suo ruolo di chapter leader: quali attività svolgete con gli alumni Bocconi?
L’attività di coinvolgimento delle realtà aziendali continua anche attraverso il lavoro del chapter. Abbiamo organizzato molti eventi di business e di networking, in stretta collaborazione con l’ambasciata italiana. Inoltre, siamo molto attivi nell’accogliere gli studenti Bocconi che vengono nel paese in internship.

di Andrea Celauro

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