Investitori sociali: ecco come misurano il loro impatto
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Investitori sociali: ecco come misurano il loro impatto

IL CAMBIAMENTO DEL SISTEMA E' LA PAROLA D'ORDINE CHE EMERGE DA UNA SURVEY REALIZZATA DA CERGAS SU 339 FILANTROPI. IN POCHI INVECE FANNO RIFERIMENTO AL CONCETTO DI SOSTENIBILITA'

di Elisa Ricciuti, SDA Bocconi associate professor of practice

La filantropia, sia individuale che istituzionale, sta crescendo a livello globale. In Europa esistono ora oltre 160mila organizzazioni filantropiche, per un patrimonio totale di quasi 500 miliardi e oltre 60 miliardi di erogazioni (dati sottostimati Efc, 2018). Gli investimenti filantropici tramite Dafs, Donor advised funds, sono cresciuti del 10,4% in un anno (dato 2016). Anche il giving gap tra i continenti si è incredibilmente ridotto: se solo 5 anni fa era di 7 punti percentuali tra le Americhe e l’Africa, è ora a 1 solo punto percentuale (Caf, 2018).
La filantropia sta anche cambiando volto. Che sia complice la crescente diseguaglianza economica (il 50% della ricchezza globale nel 2017 è nelle mani di 8 persone, 388 nel 2010, Oxfam 2017), l’aumento e la facilità di accesso alla tecnologia o una rinnovata attenzione alla sostenibilità da parte delle imprese e delle nuove generazioni, i confini tra quella che è puro grant-making e investimento sociale sono ormai molto labili. L’avanzata dell’impact investing (228 miliardi di dollari stimati da Giin, 2018) ha contribuito all’intreccio tra filantropia e finanza sociale e svariati attori ormai interpretano il ruolo di investitori sociali: individui, fondazioni, fondi, imprese sociali, settore pubblico, partnership e via.
Se è vero che questa platea di soggetti nuovi e meno nuovi investono nei territori sempre più risorse non solo economiche per la risposta a bisogni sociali, culturali e ambientali, è doveroso chiedersi quale visione di impatto, di investimento e di sostenibilità essi portano, sia sui tavoli decisionali rilevanti, sia all’interno stesso dei loro network. Perché se è vero che le risorse messe a disposizione sono estremamente limitate rispetto ai budget pubblici (ricordiamolo sempre), è pur vero che questi soggetti contribuiscono al cambiamento sociale, culturale ed economico tramite ricerca di innovazione, sperimentazione di nuovi modelli o soluzioni, modalità di risposta o di governo differenti. Di fatto, essi immettono capitale economico, conoscitivo ed esperienziale prevalentemente all’interno del terzo settore, al quale spesso chiedono uno sforzo di rendicontazione e di rappresentazione del cambiamento generato.
Come quindi gli investitori sociali intendono, rappresentano, misurano, valutano l’impatto sociale?

Questa la domanda che ha guidato una ricerca del Cergas che ha mappato 339 investitori sociali nel mondo, con un focus prevalente (282) sull’Europa. Di questi, 134 (per un totale di oltre 106 miliardi di patrimonio e 20 miliardi di erogazioni) sono stati selezionati per l’attenzione posta al tema dell’impatto sociale. Sono stati analizzati i loro modelli di valutazione e intervistati 20 presidenti, direttori generali o impact manager (per oltre 42 miliardi di euro di patrimonio e 2 di erogazioni). Cosa è emerso? Per la maggior parte degli investitori, impatto significa cambiamento di sistema (system change). Tuttavia, questo è declinato in modo molto differente e molto diversificati sono gli strumenti utilizzati, da investimenti in equity a micro-grants, a svariati tipi di non-cash support (tra cui spiccano network, formazione e advocacy). Ancora molto limitato risulta il ricorso al concetto di sostenibilità e spesso vaga la sua declinazione. È emerso anche l’utilizzo di una vasta rosa di metodi di valutazione, da quantitativi a misti, con un sensibile aumento di strumenti tailor-made e di analisi qualitative. Infine, sorprende che la maggiore criticità rilevata dagli intervistati sia squisitamente interna all’organizzazione. Diffondere la cultura dell’impatto all’interno della propria organizzazione è risultato essere il cruccio numero uno di tutti i top executive, che trovano complesso lavorare con i dati e giustificare la necessità di valutazione internamente. Spunti interessanti per il mondo degli investitori sociali, che si interrogano sempre più sul proprio ruolo all’interno di un contesto economico, sociale e culturale in rapido mutamento e grande bisogno di innovazione.

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