E' tempo di accendere nuove startup
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E' tempo di accendere nuove startup

PER CARLO MARIA MAGNI, ALUMNUS E IMPRENDITORE: IL MERCATO NELLE RINNOVABILI E' ENORME E IN TRASFORMAZIONE E LE OPPORTUNITA' PER FARE IMPRESA MOLTO DIVERSIFICATE

La rivoluzione delle rinnovabili accelera il proprio moto, mettendo sempre più in discussione il modello consolidato di utility. Nel vecchio continente, secondo i dati Iea dell’Ocse, la transizione è pienamente in atto ma anche nel resto del mondo i nuovi impianti attirano già la maggior parte degli investimenti in questo settore. Lo sa bene il gruppo ReFeel, operatore energetico integrato e indipendente, fondato da tre alumni Bocconi una decina di anni fa e oggi già attivo in diversi paesi del mondo nella fornitura di soluzioni innovative e sostenibili per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.

«ReFeel nasce da lontano, da un sogno che avevo fin da piccolo, quello di raggiungere una sostenibile autosufficienza, come quella di costruirsi oggetti con le proprie mani usando quello che c’era in giro...», racconta Carlo Maria Magni, alumnus Bocconi (Economia politica, 1988), imprenditore e fondatore del gruppo. «Il desiderio è cresciuto poi osservando un mercato che stava cambiando in modo rivoluzionario, dirompente. Siamo partiti come una vera startup e oggi operiamo su più fronti e su più paesi offrendo la costruzione chiave in mano di impianti a fonte di energia rinnovabile, la gestione e sviluppo di centrali, nuove soluzioni per l’efficienza energetica e per la mobilità sostenibile».

Qual è l’approccio alle energie rinnovabili che avete riscontrato in paesi in via di sviluppo come Colombia, Costa Rica, Panama...?
Il nostro approccio consiste nel cercare di valorizzare al massimo le potenzialità locali, non solo intese come opportunità di mercato ma come risorse locali. Per questo sviluppiamo la collaborazione tra il team centrale e i team locali, perché solo loro sono capaci di interpretare e gestire al meglio le dinamiche del paese ospite. In questo momento in America Latina, per esempio, vi è un grande fermento e le fonti di energia rinnovabile sono diventate la risposta naturale alla domanda energetica. Il fenomeno è simile a quello che è accaduto con l’arrivo della telefonia mobile che nei paesi in via di sviluppo ha fatto saltare decenni di linea fissa. Manca ancora la cultura tecnica, oltre all’esperienza, ed esiste un forte ostruzionismo proveniente dal mondo delle fonti convenzionali.

Ci sono settori, come quello della mobilità, nei quali il tema delle rinnovabili è di grande attualità e altri nei quali stenta ad affermarsi a livello di attenzione nell’opinione pubblica. Come risentite nel vostro business di questo legame tra il tema energetico e la politica, i media, il marketing...?
I media parlano soprattutto di temi appealing: una caldaia condominiale non lo è, mentre una bella auto elettrica riscontra maggiore interesse. I paesi latino americani in questo sono abbastanza simili, anche se, a mio avviso, la qualità dei media italiani e delle comunicazioni social è preoccupante, e ancora di più lo è il livello di analfabetismo funzionale che nel nostro paese ha raggiunto il record europeo. Detto questo, però, credo che nelle persone sia davvero sentito il desiderio di una maggiore sostenibilità, intesa come aria più pulita e, in generale, di un mondo che possa essere adatto e ospitale anche per le generazioni future. Oggi le città, dove si concentra il 50% della popolazione mondiale, diventano sempre più difficili da abitare e il pianeta si rivela sempre meno accogliente, con un clima più imprevedibile e pericoloso. In questo le rinnovabili possono incidere e migliorare la situazione, la mobilità a zero emissioni è una strada, ma ci sono tanti altri ambiti nei quali si può intervenire con impatti e benefici.

Dal suo punto di vista dunque il mercato delle rinnovabili è ancora un buon settore per impegnarsi con una startup o far debuttare una nuova iniziativa imprenditoriale?
Il settore delle rinnovabili, e in senso più ampio della sostenibilità energetica, è un settore enorme e in costante trasformazione. Ci sono moltissime opportunità imprenditoriali che possono riguardare ambiti quali: l’espansione sul mercato di soluzioni tecnologiche che sono già in sperimentazione; lo sviluppo di nuovi modelli di servizio in un mercato che sta cambiando la dinamica tradizionale e distinta tra produttore e consumatore, evolvendola in qualche cosa di molto più contaminato (Prosumer Energy Systems); l’ottimizzazione dell’energia non solo come bene da vendere ma da valorizzare presso l’utente in termini di servizi avanzati e integrati di confort ambientale (Energy Performance Contracts); la disponibilità sempre maggiore di dati utili per rendere il sistema più intelligente e reattivo/adattivo (Smart Energy Systems).

In che modo le energie rinnovabili cambiano i modelli di business dei nuovi operatori del settore rispetto a quelli applicati da chi opera con fonti più convenzionali?
Le rinnovabili hanno soprattutto la capacità di essere maggiormente integrabili con un mondo che non vuole più essere categorizzato in distinte e lontane zone di produzione, di commercio, di ricreazione e residenziali. A mio parere la nostra società cerca qualche cosa di più contaminato e ricco, ed è sempre meno disponibile a sacrificare una parte del territorio a vantaggio di un’altra. Questo con le rinnovabili si potrà evitare sempre di più. Grazie al loro bassissimo impatto ambientale e la loro modularità, queste fonti permettono una produzione distribuita dell’energia, minimizzando anche la necessità di collegare con lunghe linee elettriche i centri di produzione con i centri di distribuzione. In questo l’energia è come un pomodoro: coltivarlo in Cina per mangiarlo a Milano è una cosa che non ha proprio senso.
 

di Emanuele Elli

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