Il business della logistica partito da Hong Kong

SPEDIRE UNA MERCE E' SPESSO LA COSA PIU' DIFFICILE SOPRATTUTTO PER LE AZIENDE DI PICCOLE DIMENSIONI. EASYSHIP, CREATURA DI DUE BOCCONIANI, RENDE TUTTO PIU' SEMPLICE

Un’idea nata tre anni fa lavorando a Singapore per Lazada, la principale piattaforma di e-commerce creata da Rocket Internet in Asia, e premiata da Forbes tra le 30 migliori imprese fondate da under 30 di tutto il continente. L’azienda si chiama Easyship, ha base a Hong Kong e a essere premiati sono stati i suoi fondatori, Augustin Ceyrac e Tommaso Tamburnotti, entrambi alumni Bocconi. «Ci eravamo resi conto che le aziende che vendevano i loro prodotti sulla nostra piattaforma», spiega Augustin Ceyrac, 29 anni, di Parigi, «che arrivavano da vari paesi dell’area, avevano parecchie difficoltà a gestire le spedizioni dei loro prodotti, dall’imballaggio alla spedizione vera e propria, al tracking». Da questa considerazione nasce quindi a inizio 2015 Easyship, una piattaforma in grado di aiutare le aziende nella semplificazione di questo delicato processo, che si aggiudica subito, a pochi mesi dal via, lo Startup Arena Contest, il premio come migliore startup dell’Asia del settore Tech.

«In pratica ritiriamo il prodotto e poi pensiamo noi all’imballaggio e a selezionare la via e le modalità di spedizione migliori, cosa che possiamo fare utilizzando il nostro algoritmo, scremando tra le centinaia di aziende al mondo che si occupano di spedizioni», dice Augustin. Easyship nel frattempo è cresciuta e adesso ha sedi anche a Singapore, Paesi Bassi, Stati Uniti e Australia, dove dà lavoro, complessivamente, a circa 40 persone. «Siamo in una fase di forte espansione», continua Augustin, «in particolare negli Stati Uniti abbiamo grosse opportunità nell’ottica dei prossimi 5/10 anni. È un settore complesso quello della logistica, siamo gli unici a lavorare con queste modalità anche se la concorrenza in complesso non manca. È chiaro però che il riconoscimento di Forbes ha un forte valore incrementale e ci dà grande visibilità».
 

di Davide Ripamonti