Vieni a prendere il Te a Palazzo
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Vieni a prendere il Te a Palazzo

L'ESPERIENZA INCLUSIVA DI MANTOVA. COINVOLGERE I VISITATORI E I CITTADINI FACENDOGLI VIVERE UN'ESPERIENZA CULTURALE A 360 GRADI. QUESTO IL SEGRETO PER NON ESSERE SOLAMENTE UNA SCATOLA, COME SPIEGA NELL'INTERVISTA L'ALUMNA MICAELA ROSSI

«Palazzo Te non è solamente un contenitore, una scatola vuota in cui ospitare mostre e produzioni creative: l’edificio stesso è un’opera d’arte», racconta Micaela Rossi, laureata in Bocconi nel 2013, consulente organizzativa e assistente alla presidenza del Centro internazionale d’arte e di cultura di Palazzo Te. Ed è con questa consapevolezza che l’istituzione mantovana si è posta l’obiettivo di far rivivere la spettacolarità delle sale progettate e affrescate da Giulio Romano e dai suoi collaboratori, nella prima metà del ‘500.
Come si mantiene vivo questo luogo?
Bisogna pensare a Palazzo Te come a un patrimonio culturale di cui tutti possano godere. Ogni progetto che avviamo, infatti, non punta solamente sull’indotto, ma è studiato dal comitato scientifico per offrire un’esperienza d’arte. Esistono due tipologie di visitatori: i turisti, italiani e stranieri, e i cittadini. I primi sono attratti dal valore artistico del palazzo; i secondi, invece, hanno già una certa confidenza con l’edificio e devono essere coinvolti attraverso eventi che rafforzino il legame con questo luogo, restituendone la vitalità.
Che genere di attività?
Mostre, spettacoli teatrali, eventi gastronomici e convegni, ma anche workshop e progetti didattici riportano i cittadini a Palazzo Te. Per esempio, con il coreografo Virgilio Sieni abbiamo presentato un laboratorio di danza che ha coinvolto i mantovani; con l’artista Stefano Arienti, invece, abbiamo proposto un’esperienza sui suoni e le arti visive.
E i visitatori internazionali?
Nel 2016, Mantova è stata nominata Capitale italiana della cultura e questa investitura ha consentito a Palazzo Te di avere un’importante visibilità anche all’estero: grazie ai fondi ministeriali, infatti, siamo riusciti a presentare un programma di mostre ricco e articolato, incrementando del 50 per cento le visite rispetto all’anno precedente. Poi, ci sono le collaborazioni strategiche come quella con Google Arts & Culture, che ha permesso di digitalizzare con una fotocamera da sette miliardi di pixel gli affreschi della Camera dei giganti e della Camera di Amore e Psiche. Oggi, infatti, è possibile ammirare direttamente sul proprio device la bellezza di tali opere, a una risoluzione altissima, e apprezzarne i dettagli meglio che dal vivo. Questa operazione ha spinto molti stranieri a includere nei loro viaggi in Italia la visita di Palazzo Te.
Con quali strumenti individuate le diverse esigenze del pubblico?
Stiamo lavorando per definire una demografia dei visitatori grazie alle informazioni raccolte dal servizio di biglietteria, così da creare un piano di marketing sempre più mirato e soddisfacente.
Qual è la fascia più difficile da avvicinare?
Sicuramente quella degli adolescenti. Per coinvolgerli, li abbiamo resi protagonisti degli eventi di Palazzo Te con una serie di attività collaterali da promuovere negli istituti superiori del territorio oppure attraverso le associazioni locali: compagnie teatrali, gruppi di fotografia, scuole di danza, consorzi. Con Melina Mulas, per esempio, abbiamo creato il contest Scatta qualcosa che si è concluso con una mostra fotografica dei lavori dei ragazzi.
E i social media?
Youtube, Vimeo, Instagram e Facebook, con 22mila like alla pagina, sono volani fondamentali per comprendere che cosa interessa realmente alle persone. Attraverso questi canali ci siamo resi conto che i mantovani, ma non solo, vogliono sentirsi partecipi di ciò che accade in città, per farsi loro stessi promotori degli eventi: solamente postando la foto della facciata restaurata abbiamo avuto un grandissimo riscontro.
A proposito di restauri, come si concilia l’istituzione pubblica con le sovvenzioni private?
Oltre agli enti pubblici, i nostri principali finanziatori sono le fondazioni delle banche, ma anche Mantova outlet village, Camera di commercio, Eni, per citarne alcuni. A questi stakeholder, attivi sia negli interventi di restauro che nella realizzazione di mostre e performance, si aggiungono le donazioni di un comitato di privati cittadini che contribuisce ad ampliare la collezione d’arte di Palazzo Te. Il prossimo acquisto sarà un disegno originale di Giulio Romano.
 

di Ilaria De Bartolomeis

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